Archivi per marzo, 2012

Corviale chiama New York e Pechino, verde sul tetto del serpentone

// marzo 23rd, 2012 // 2 Comments » // articoli di giornale

In una stanza di periferia collegamenti web con altre città per il progetto United Roofs: ecco come trasformare le superfici piane dei palazzi in spazi verdi da coltivare

ROMA – Corviale sul tetto del mondo. Un tetto verde stavolta per creare una nuova rete sociale ed ecologica. Si chiama United Roofs, la rete globale dei tetti, un movimento, un progetto scientifico che collega Corviale con New York, Pechino e Termoli. Di che si tratta?Oggi in una stanza di Corviale chiamata dai residenti «la nostra stanza Nato», l’associazione Corviale Domani si è collegata tramite internet con progetti gemelli: con il Green Olympic Village di Pechino, il Cinema Lumiére a Termoli e le Roof Top Farms del Green Infrastructure Grant Program di New York. Per festeggiare l’evento c’è stata una grande festa sulle terrazze dello sterminato blocco di cemento costruito 35 anni fa, un tetto che sembra una pista di atterraggio.

Coltivare il tetto di Corviale. Si tratta del lancio dei primi nodi di una Rete globale, che sfruttando l’ecosistema digitale trasforma la rigenerazione degli ecosistemi urbani in un vero e proprio sogno condiviso ad occhi aperti. «Corviale si candida ad essere il più grande orto pensile, Roof Top Farm, del mondo da mostrare all’Esposizione Universale di Milano 2015, per nutrire il pianeta nell’era del nuovo urbanesimo» spiega Pino Galeota, di Corviale Domani. La Rete attualmente è composta da Università del Molise, di Bari, di Roma, di Ancona, di Torino, di Firenze, che con l’Ater e Corviale Domani stanno provando a costruire modelli di sperimentazione sul tetto di Corviale.

Continua a leggere su Il Messaggero, 23/03/2012

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Corviale chiama New York e Pechino, verde sul tetto del serpentone

// marzo 23rd, 2012 // 2 Comments » // articoli di giornale

Segnaliamo un post sul blog Wilfing Architettura: la trascrizione di una ripresa video realizzata dal Centro Audio Visivo di ciò che, sino a quando nel 1982 non nacque l’Ateneo di Reggio Calabria, era lo IUSARC (Istituto Universitario Statale di Architettura). Una struttura Universitaria che aveva nello IUAV di Venezia il suo esatto omologo. Il Centro Audio Visivo, condotto da Celestino Soddu, nel contesto di una struttura universitaria di architettura posta nel meridione del Paese, aveva il compito di rendere culturalmente meno periferica la sede, attraverso una raccolta di materiale che un equipe appositamente predisposta e attrezzata andava a cogliere con le telecamere ed i microfoni lì dove avvenivano eventi distanti da Reggio Calabria ma importanti per la crescita culturale della sede e dei suoi studenti. Un materiale importante, raccolto nell’arco di circa dieci anni di attività, tra cui una serie di testimonianze come questo commento di Mario Fiorentino sul noto e discusso progetto di Corviale. Nel curarla e rileggerla, nello specifico, devo dire che ho trovato la conferma della superficialità con cui oggi trattiamo presente e passato e non solo della storia dell’Architettura. Un progetto, infatti, ha sempre un lato contingente, che ne sancisce la sua più o meno riuscita, ma ha anche un lato non contingente, in cui vengono messe alla prova metodologie e tecniche o affrontati temi inediti, che sono complessivamente la cifra che più dovrebbe interessare chi, come noi, continua ad occuparsi di architettura. Io credo che, in questo testo, vi sia esattamente un concentrato di questa cifra che, comunque la si pensi, è l’oggetto ed il lascito più importante di un qualsiasi progetto. Nello specifico, l’intervista fa parte di un materiale documentario prodotto in occasione della Mostra Architettura Italiana degli anni settanta, curata da Enrico Valeriani e Giovanna De Feo, ed esposta presso la Galleria di Arte Moderna di Roma e la Triennale di Milano nel 1981.

Leggi tutto su Wilfing Architettura, 15/03/2012