RICHIESTE ILLEGALI DELL’ IACP DI ROMA PER FITTI, CONGUAGLI E RISCALDAMENTI
// dicembre 18th, 2009 // 1 Comment » // articoli di giornale
Repubblica — 01 settembre 1985 pagina 35 sezione: ECONOMIA
ROMA – L’ inchiesta di “Repubblica” sugli Iacp non piace molto agli amministratori di case popolari. Dopo il presidente dell’ Aniacap Ettore Raffuzzi a protestare è il vicepresidente dell’ istituto romano Alvaro Iacobelli. Quest’ ultimo da anni ai vertici di Lungotevere Tor di Nona precisa: 1) i presidenti ed i vicepresidente degli Iacp prendono tra le 650-850 mila lire il mese di stipendio; 2) il servizio di riscaldamento è stato affidato all’ Agip grazie a regolare gara d’ appalto e non è vero che gli inquilini paghino molto di più di quanto sborsano i privati; 3) le assegnazioni sono state sempre regolari e a norma di legge; 4) sugli adeguamenti dell’ equo canone infine l’ Iacp non li avrebbe chiesti nel 1984 ma nel 1985. La realtà purtroppo è ben altra e solo una buona dose di demagogia e pessima memoria bloccano i ricordi del signor Iacobelli. Confermiamo tutto e aggiungiamo una serie di particolari che renderanno il quadro più esauriente. Stipendio. Gli emolumenti sono regolati da leggi regionali e corrispondono al 70-80% (ma l’ Aniacap ha chiesto l’ adeguamento al 100%) delle retribuzioni dei consiglieri regionali. In quasi tutti gli Iacp tali somme superano il milione. A queste cifre vanno aggiunti i gettoni di presenza. Tre miliardi l’ anno (dati Aniacap) suddivisi tra membri dei Cda. Riscaldamento. I debiti dell’ Iacp romano con l’ Agip ammontano a molti miliardi (non meno di venti). Nel 1982, per il servizio relativo ad 80.000 alloggi l’ istituto fece una richiesta di gara d’ appalto su prezzi prestabiliti. Su 21 invitati una sola risposta, l’ Agip appunto. Il no delle altre aziende era motivato dal fatto che l’ Iacip “non paga”. Un intervento straordinario della regione Lazio assicurò nel 1983 il servizio all’ inquilinato, dietro una anticipazione straordinaria di vari miliardi. Costi e richieste. Per appartamenti medi della stessa grandezza ad esempio (via Caracciolo e Viale di Valle Aurelia al Trionfale), 500.000 lire all’ Iacp ed oltre 1.500.000 all’ ex Incis. Al primo 12 ore di riscaldamento al secondo 9 ed anche meno. I privati pagano mediamente 500 mila lire. Calcoli degli esperti (ed una affermazione dell’ ex presidente Ghimenti) confermano che applicando i prezzi unitari di base alle calorie effettivamente erogate le richieste all’ inquilinato dovrebbero calare del 50%. A partire dal 1977 l’ Iacp ha chiesto conguagli (in moltissimi casi anche di milioni) per periodi già caduti in prescrizione. Migliaia di inquilini hanno pagato. Altre migliaia no. Non risultano rimborsi e tanto meno che l’ istituto abbia perseguito legalmente quanti si erano opposti alle richieste. Dal 1976 infine l’ Iacp non ha mai presentato, alle organizzazioni degli inquilini, documentazioni relativa alle spese di riscaldamento. Sulla gestione di questo servizio infine risulta che presso il tribunale di Roma (1 e 3 sezione civile) sono stati presentati già migliaia di ricorsi e richieste di perizie giudiziarie. Assegnazioni. Limitiamoci a citare dati dell’ Iacp. Un quinto degli inquilini la casa non l’ ha sofferta se l’ è semplicemente presa. E basta. Nei registri dell’ istituto una voce: “occupazioni senza titolo”; diecimila prima della entrata in vigore della legge 513. Con successiva sanatoria dell’ Iacp, che ha portato gli abusivi in paradiso con buona pace di chi aveva vinto il concorso ed era entrato in graduatoria. Dalla fine degli anni settanta ci sono state altre 3-4000 occupazioni, diventate una media di 700-800 l’ anno a partire dal 1983. A fitti di favore risultano assegnati (sezioni circoli, sedi sindacali ecc.) a Roma, centinaia di immobili: 40 circa al Pci, tra i 30 e i 40 alla Dc, una trentina circa al Psi, quindici circa al Pri, molte sedi al Sunia. Siedono tutti nel consiglio di amministrazione. Fitto medio tra le 8-10.000 e le 25-30 mila lire il mese. Sulle assegnazioni infine da segnalare una iniziativa della magistratura: il sequestro di documenti Iacp ordinato dalle 2 sezione penale della Corte d’ appello (tra le altre cose anche un irregolare contratto tra Iacp ed Agip, appalti irregolari riguardanti i cantieri di Corviale, Vigne Nuove, Torre Maura, Laurentino 38 Immobiliare risorgimento ecc.). Equo canone. La richiesta dell’ Iacp agli inquilini, malgrado la legge che bloccava gli aumenti è stata inoltrata il 12-12-1984 (protocollo N. 9553, firmato dal presidente del Psdi Mastrorosato). A questo punto al vicepresidente Iacobelli, comunista, non possiamo che ricordare l’ invito a dimettersi presentato oltre che dalle organizzazioni degli inquilini anche dallo stesso responsabile del settore casa di Botteghe Oscure senatore Lucio Libertini. – di ENZO CIRILLO