“Demoliamo Corviale, adesso o mai più”
pubblicato da Cezar// 6 maggio, 2010 // articoli di giornale
Rampelli: “Un esempio di come non deve essere una periferia. Ora mettiamo le cose a posto”. Il progetto per convertire il Serpentone in un quartiere vivibile risale
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al 1993, ma nessuno ha fatto nulla.
«Adesso o mai più», abbattere e ricostruire Corviale è possibile, «basta che Regione e Comune», governate entrambe dal centrodestra «siano d’accordo». Il progetto esiste e risale al 1993: prevede la sostituizione del Seprentone con un nuovo quartiere costruito secondo i criteri dell’urbanistica tradizionale, del Nuovo Rinascimento Urbano. «Non è una boutade giornalistica», assicura il deputato Pdl Fabio Rampelli, architetto che di quel progetto fu il fautore quando sedeva in Aula giulio Cesare. «Ero consigliere comunale nel 1993 quando con l’architetto Rusponi, all’epoca presidente dell’Agenzia per la città, pensammo all’abbattimento di Corviale – racconta Rampelli – Ne ero convinto allora e ne sono convinto anche oggi: quel mostro va
abbattutto e sostituito con un nuovo quartiere. Il progetto è bellissimo e il novanta per cento dei residenti era d’accordo, li interpellammo uno ad uno».
Rampelli è lapidario: «Chi ha amministrato l’ex Iacp prima e l’Ater poi ha gestito malissimo: Buontempo è l’uomo giusto per eliminare tutte le tossine, mettere ordine e garantire efficienza». Tornando alla demolizione il deputato Pdl precisa: «È indispensabile coinvolgere i privati, anche perché l’Ater,
come azienda, può effettuare operazioni immobiliari di questo genere. Avevamo anche previsto un premio di cubatura del quaranta per cento, prevedendo una demolizione intelligente: prima la costruzione di una parte del nuovo quartiere, poi, via via, la parziale evacuazione del Serpentone.
Corviale rappresenta l’esempio di come non debbano essere le periferie. È figlio di un’ideologia collettivista-marxista dove nessuno si sente proprietario. Sembra una prigione. Il progetto del 1993 rappresenta un nuovo concetto di periferia: rispettosa
della qualità della vita, con palazzi a bassa intensità abitativa, sul modello della città giardino. Insomma, niente palazzoni frustranti». L’abusivismo, per Rampelli, è fisiologico: «Tutta l’occupazione del quarto piano è abusiva. Lì, nell’ottica sbagliata di Fiorentini, dovevano essere ospitati servizi e negozi, ma nessuno
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ci andò mai. Così fu occupato dai senza casa, che hanno ricavato nei locali delle abitazioni. Tutto abusivo, compresi gli allacci. E nessuno – né l’Ater, né la Regione, né il Comune – ha mai fatto nulla, ha pensato di cambiarne la destinazione d’uso, di varare una sanatoria. Niente. Corviale si è salvato solo perché lì vivono persone perbene, altrimenti sarebbe stato un bronx invivibile». Ma per Rampelli la possibilità di rimettere le cose a posto adesso c’è. Come il progetto, che risale al 1993.
Daniele Di Mario
04/05/2010