La rinascita di Corviale? ‘Ci pensi Renzo Piano’
pubblicato da Cezar// 7 maggio, 2010 // articoli di giornale
Repubblica — 01 luglio 2001 pagina 3
sezione: ROMA
Dicono che l’ architetto un’ idea già ce l’ abbia. E così, tra un disegno e l’ altro del nuovo grattacielo della futura sede del New York Times, a Manhattan, Renzo Piano medita la rinascita di Corviale. Il Serpentone nelle mani del creatore del centro Pompidou di Parigi, dell’ Auditorium di Roma, del redesign della Potsdamerplaz di Berlino? Sembra di sì, anche se non c’ è ancora nulla di formale. Si tratta, per ora, di un’ ipotesi, ma molto concreta. A cui lavora il neopresidente della XV municipalità, il diessino Gianni Paris, che punta alla risurrezione del quartiere fantasma. Doveva essere il nuovo modello abitativo, la città lineare del futuro, milleduecento alloggi, asili nido, palestre e circoli sportivi, un piano, il quarto, dedicato allo shopping e alla cultura. E invece, le cose non sono andate come pensavano i progettisti: i negozi non hanno mai aperto, gli ascensori si rompono, le strutture murarie scricchiolano, e il Serpentone è diventato un quartiere monstre isolato dalla città, una via architettonica da non imitare. Un’ aberrazione urbanistica, tanto da far esclamare a Paolo Portoghesi: «Corviale? Radiamola al suolo». Difficile, però, pensare all’ esodo di quasi diecimila persone dal cubo di cemento lungo un chilometro, ma qualcosa, pensa da tempo Gianni Paris, si deve fare. Per questo, ha avviato contatti con Renzo Piano, e l’ architetto, in una recente intervista a Repubblica gli ha mandato un messaggio chiaro: «È sbagliato intervenire sulle periferie con interventi di distruzione inattuabili. Se di chirurgia si deve parlare, io preferirei microchirurgia: a Corviale, ad esempio, si potrebbero modificare alcuni elementi, anche con l’ aiuto dei progettisti di quel quartiere. Per migliorare, rigenerare». Proprio quel che il presidente della municipalità, 150 mila abitanti stretti tra Portuense, Magliana, Trullo e Corviale, si voleva sentir dire. Ed è subito partito in quarta, contattando Piano, sentendo l’ assessore all’ Urbanistica, Roberto Morassut, e iniziando a coinvolgere un quartiere nella rinascita del Serpentone alla deriva. «L’ idea spiega Gianni Paris è di rendere più umano il quartiere, e l’ architetto ci aiuterà a capire come cucirlo con il tessuto vivo della città». Magari rifacendo quel quarto piano che doveva essere il circuito commerciale e civico, o mettendo
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mano al disegno del palazzo. Nel frattempo, la municipalità ha avviato il trasferimento di funzioni pregiate
a ridosso del Serpentone,
e in un edificio costruito lì vicino, saccheggiato e poi abbandonato, adesso ci andrà il parlamentino della circoscrizione, il comando dei vigili urbani, una biblioteca, un centro di formazione professionale, la Asl e un supermercato. «L’ obiettivo dice il presidente della XV è far uscire il quartiere dal ghetto, obbligare la città ad andare a Corviale». Con quali mezzi, se la zona è ancora così mal collegata? «Ho già chiamato l’ Atac per potenziare il servizio», è la pronta risposta di Paris, e tra un anno ci vorranno tanti nuovi bus per portare qui gli appassionati del rugby, che avranno un nuovo stadio proprio all’ ombra del Serpentone. In un’ area libera, a inizio 2002, si aprirà il cantiere per il nuovo complesso, con tanto di spalti e parcheggi, e sarà il secondo stadio cittadino del rugby dopo il Flaminio. I soldi già sono in cassa. E così, ArvaliaPortuense, questo il nome che si è dato la municipalità, dopo un anno di ribaltone polista riprende in mano il suo destino. La paralisi dei cantieri e dei progetti? «Una scelta dell’ ex presidente per poi dare la colpa al centrosinistra», si giustifica Paris, votato nel ‘ 97 col 58% dei voti, ma poi rovesciato nel 2000 da Leandro Calzetta, passato al Cdu. «C’ erano dieci miliardi per la ristrutturazione delle scuole spiega il nuovo presidente ma sono stati bloccati i progetti. E si deve anche riprendere il lavoro per il nuovo parco Pian Due Torri, sul Tevere. Sono già disponibili 18 miliardi, dobbiamo solo studiare il modo di spostare le attività artigianali presenti nell’ area». Mentre, per inaugurare, qualche giorno fa, il parcheggio di scambio con la Fm1 di villa Bonelli terminato da mesi, è bastato far incontrare la Sta e l’ assessorato al traffico. – ALBERTO MATTONE