Magliana, Trullo, Corviale dai cliché negativi al riscatto
pubblicato da Cezar// 7 maggio, 2010 // articoli di giornale
Repubblica — 09 giugno 1998 pagina 8 sezione: ROMA
“MI dico vai, Marco, fatti forza, e
quando ti chiedono dove abiti, tu dici che sei della Magliana. E invece, come sempre, davanti alla commissione che mi esamina sbando, sbianco e la mia bocca mormora le stesse timide parole. La mia casa? Zona portuense, in XV. A due passi da villa Bonelli”. No, non sempre la laurea è la porta del paradiso. Chiedetelo a Marco 27 anni, sette concorsi all’ attivo è una gran
paura delle proprie radici. Fate un sondaggio, e capirete che questa circoscrizione è anche la storia di un aborto urbanistico e ambientale in cui la gente stenta a riconoscersi: Magliana popolare ed ex abusiva, ma non solo. C’ è pure Corviale la “mostruosa”, esperimento mal riuscito venuto fuori dall’ ideologia di venti architetti utopici. Viale Marconi, l’ incasinata porta d’ ingresso a quello che è stato il sacco di Roma. E l’ antico Trullo, la ex borgata cadente inaugurata da Benito Mussolini. Il viaggio da questa periferia da cancellare
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e i parcheggi. E in un quartiere dove è determinante lo status economico non elevato, è bassa la domanda di svago e di cultura: negli utlimi due mesi solo il 41.7 % è andato al cinema, il 54 al ristorante, il 14 a teatro. Magliana difficile?, Corviale maledetta? Non solo. E partendo dalla dolce collinetta di villa Bonelli, dove di sera si vedono nitide le luci dell’ Eur, si può raccontare anche un’ altra storia, quella
di un quartiere che vuole rinascere. Quassù, c’ è anche la sede della circoscrizione, e il presidente diessino, Gianni Paris, guida la riscossa di un’ intero quartiere: “Io abito alla Magliana – dice – e ne sono fiero. Il coprifuoco non esiste, alle 22 vedo ragazze prendere tranquillamente il bus”. Il disagio c’ è, ma è urbanistico e affonda le radici dallo scempio cominciato negli anni Sessanta. E che è proseguito nei Settanta con Corviale, novemila persone in un unico blocco di cemento: un deserto metropolitano, popolato di anziani segregati ai piani alti perchè gli ascensori sono spesso fuori uso. Che bella utopia che doveva essere Corviale, il primo palazzo città, col timbro di una certa scuola urbanistica di sinistra. Doveva essere un sistema abitativo, un segno lungo e basso sulla collina che domina la Portuense. Un progetto integrato rimasto solo sulla carta. Che fine hanno fatto i servizi e i negozi che dovevano fiorire al quarto piano? E gli uffici della circoscrizione? E le botteghe artigiane, gli asili nido? Nulla. Per
anni, l’ unico ristoro della gente sono stati la parrocchia San Paolo della Croce e la Comunità di Sant’ Egidio, che assiste numerosi anziani e organizza una Scuola popolare che strappa dalla strada i bambini. Eppure, qualcosa di nuovo si comincia a vedere. Sì, a vedere, è il caso di dirlo: l’ Acea ha illuminato ogni lotto con un colore diverso. Luce, sicurezza, tranquillità, dopo anni di buio. E quando un’ amministrazione illumina le proprie brutture, vuol dire
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che ha un po’ di coraggio. Si volta pagina e si pensa al futuro: nella nuova sede in costruzione si trasferirà, a fine anno, il parlamentino circoscrizionale, una sede della Asl, una biblioteca e un centro di formazione professionale. Tredici miliardi sono stati stanziati dallo Iacp per ristutturare il palazzone. E ora germoglia pure il verde, con il Comune che ha investito soldi per far crescere gli alberi attorno al quartiere. Piccoli segni, ma importanti. Ed è significativo che gente della “nobile” via Casetta Mattei inizi a frequentare il centro anziani autogestito di Corviale, dove ci si incontra, si gioca e, soprattutto, si balla. Sì, qui si pensa alla rinascita: e il riscatto è legato a due grandi progetti. Al recupero di diciotto ettari di verde dell’ ansa del Tevere di Pian due Torri, che dovrebbe diventare il grande parco della Magliana e della XV. Un’ area dove è in costruzione una pista ciclabile e che, nelle intenzioni della circoscrizione, dovrebbe cambiare la vita dei cittadini. Si pensa anche a un tunnel lungo l’ argine stradale, per collegare Ponte Marconi a Ponte dell’ Industria. Il Comune ha già finanziato la progettazione dell’ opera, e in Campidoglio c’ è grande attenzione anche per il piano di recupero della zona “24 ettari”, un’ area non urbanizzata con importanti presenze di archeologia industriale che fiancheggia viale Marconi. La circoscrizione spera di trasferire molti uffici del terzo Ateneo negli ex stabilimenti
di Mira Lanza, dei Molini Biondi e dei Consorzi agrari. Sorgerebbero parcheggi, servizi, giardini, e si darebbe uno status di cittadella universitaria a una strada e a un quartiere che ora si raccolgono attorno al nulla. – di ALBERTO MATTONE