Dall’Appia antica a Corviale in volo sulla città che cambia
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Repubblica — 22 gennaio 2010
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pagina 12 sezione: ROMA
IL FORO romano da un punto di vista inedito all’alba del Novecento: il pallone a gas “frenato” alzato fino a 600 metri d’altezza
con appeso il suo carico di macchine fotografiche. E poi gli scatti eseguiti dai dirigibili che incrociavano i cieli della Città Eterna
per l’esposizione del 1911. Ma anche le perfette messe a fuoco dei ricognitori della Raf nel 1943, in vista dell’arrivo dei bombardieri. È un viaggio in bianco e nero nel paesaggio lontano, perduto di Roma – ma anche nel verde sottoposto agli attacchi del cemento a Porta di Roma, al Parco Leonardo, sull’Appia Antica – quello proposto dalla mostra “In volo su Roma” aperta domani e domenica all’Aeroporto dell’Urbe in occasione di “Gate XXI”, la kermesse dedicata al mondo dell’aeronautica civile. Cento le fotografie che le curatrici, Elisabeth J. Shephered ed Elena Tinacci, hanno selezionato tra i 2
milioni
di scatti dello straordinario fondo dell’Aerofototeca nazionale al San Michele. La raccolta, compresa nel fondo dell’Istituto
per il catalogo del ministero Beni culturali, propone, al centro della mostra, un’efficace sequenza di come dal 1919 al 2005 la città sia esplosa, sotto la spinta della speculazione e dell’abusivismo, fino a raggiungere con la linea del cemento il cerchio del Gra e a conquistare il mare ad Ostia. Sono sette le “panoramiche” che documentano la crescita urbana: dalla nascita dei quartieri Testaccio, Prati, San Saba, Garbatella, agli sventramenti del Ventennio, all’espansione orientale dell’Inacasa, al baluardo delle case popolari di Corviale. Lontani parenti dell’occhio del satellite furono fotografi-aviatori come Carlo Del Lungo e Paolo Ducros che descrissero la vita della metropoli vista da 6000 piedi, da dove anche caos e disordine edilizio appaiono pulite geometrie urbane. Ecco allora la linea del fiume
e quella delle ferrovie. L’Eur agli albori con i palazzi dell’E42 appena disegnati sui prati. Il Palatino e Colosseo immortalati a volo radente nel 1936, con via dei Fori imperiali che prendeva forma a colpi di piccone. O San Pietro, con la Spina di Borgo ancora non polverizzata per lasciar posto al rettifilo della Conciliazione. – CARLO ALBERTO BUCCI