Cinema, il serpentone di Corviale in concorso a Venezia

pubblicato da Filippo

// 3 settembre, 2010 // articoli di giornale



La pellicola ”Et in terra pax”, diretta Botrugno e Coluccini, gareggia nella categoria ”Giornate degli Autori”

Due mesi di prove metodiche, diciassette giorni di riprese intense, attori e troupe sotto i trent’anni, un budget di appena trenta mila euro. Numeri che non possono far capire cosa si trova davanti agli occhi lo spettatore di “Et in terra pax” (il cinema va visto, non solo raccontato), ma che danno un’idea dell’impegno e della voglia che i registi, il cast e le maestranze avevano di portare a termine il progetto. La pellicola, diretta da Matteo Botrugno e Daniele Coluccini, amici dalle elementari e appassionati di cinema orientale, è ora in concorso alla 67esima mostra internazionale d’arte cinematografica, nella sezione “Giornate degli Autori – Venice Days“.

«Non avremmo mai pensato di venire selezionati per le “Giornate degli Autori” al Festival di Venezia 2010. Per anni abbiamo frequentato le sezioni parallele e amavamo vedere quei film fuori dal coro. Ora ci siamo noi e ci piace che il nostro sia un film fuori da certi canoni». Matteo Botrugno è emozionato e fiero del risultato raggiunto fin’ora. Assieme al compagno di classe, università e lavoro Daniele Coluccini dopo la realizzazione di tre cortometraggi, decide di fare il grande salto e di sceneggiare un lungometraggio. Il film si intitola “Et in terra pax” «ci siamo ispirati – precisa Botrugno – al secondo movimento di un “Gloria” di Vivaldi, l’RV 588 che ascoltavamo durante la scrittura», girato in 17 giorni e interpretato da attori promettenti, alcuni usciti dal Centro Sperimentale di Cinematografia, è ora in concorso a Venezia nella sezione alternativa.

Le storie di “Et in terra pax”

Lungo il perimetro di Corviale si intrecciano tre storie. Marco (Maurizio Tesei) che, dopo cinque anni esce dal carcere, ma non ha più un’identità e la solare Sonia (Ughetta D’Onorascenzo) studentessa universitaria, che per mantenersi lavora in una bisca. E i tre amici Faustino, Massimo (Germano Gentile) e Federico (Fabio Gomiero), legati da un’amicizia «basata sull’egoismo e sull’egoismo», come sottolinea il convincente Michele Botrugno nel ruolo di Faustino.

Corviale come simbolo delle periferie del mondo
Un film “romano”, interamente girato nella periferia edificata lungo via Portuense, ma che nell’intento dei registi e sceneggiatori (a cui si aggiunge Andrea Esposito) assurge a simbolo della solitudine. Se per Coluccini le immagini della pellicola possono riferirsi «ad una periferia qualsiasi, di Roma come di Milano o Parigi», trasformando Corviale in un topos, per Botrugno «il palazzo ‘serpentone’ come viene chiamato a Roma, lungo un chilometro e costruito su una collina, ci sembrava adatto come sfondo alle storie di solitudini dei nostri personaggi, creando una perfetta corrispondenza tra luogo e personaggi».

Ami, 27 agosto 2010
di Valentina Venturi

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