Batelli (ACER), non sottovalutare problema periferie
pubblicato da Filippo// 24 settembre, 2010 // articoli di giornale
(ASCA) – Roma, 21 set – ”Vera e propria emergenza e’ quella abitativa, non solo per le fasce tradizionalmente considerate piu’ deboli, ma anche per un’articolata serie di utenti portatori di nuove esigenze. Roma ha bisogno di dare risposte valide ad almeno 30 mila nuclei familiari che versano in situazione di forte disagio abitativo”. Cosi’ il presidente dell’Acer, Eugenio Batelli, in occasione dell’assemblea annuale dell’Acer, ponendo nel contempo un’altra esigenza: quella della riqualificazione delle periferie. ”Un problema – ha detto – da non sottovalutare: sono quasi un milione le persone che vivono le nostre periferie.” Di qui Batelli ha indicato le tipologie di periferia. ”Una prima tipologia – ha spiegato – e’ quella dove gli insediamenti sono nati spontaneamente, caratterizzati dalla mediocre qualita’ delle strutture edilizie, dalla mancanza di aree destinate a servizi e da un tessuto stradale inadeguato. Mi riferisco, ad esempio, alle zone di Montespaccato, Vermicino, Infernetto e Centocelle. Per queste periferie ritengo che la soluzione piu’ idonea sia quella della sostituzione edilizia, che consente un riassetto urbanistico funzionale di questi insediamenti. Questi interventi, pero’, non sono realizzabili con gli incentivi attualmente previsti dal Piano Casa Regionale, che non garantiscono il necessario equilibrio economico”. Altra tipologia di periferia ”Corviale, Laurentino 38 e Tor Bella Monaca, caratterizzate dalle scelte urbanistiche degli anni ’70, che hanno concentrato, in pochi siti, vasti interventi di edilizia popolare. Ritengo che questo modello di insediamento vada ripensato in funzione dell’esigenza di riorganizzare la vita sociale del quartiere.
Gli interventi da attuare, tra cui non si puo’ escludere la sostituzione edilizia, dovranno essere pertanto mirati alla realizzazione del nuovo modello”. E poi ”le periferie realizzate con gli interventi di edilizia agevolata del 2* PEEP, tipo Castelverde, Torraccia/Casalmonastero e Muratella, dove mancano strutture di servizio, pur essendoci aree destinate a tale funzione. Mi riferisco agli asili nido, alle scuole, ai centri per gli anziani, ai centri di aggregazione sociale e per la cultura, ai centri sportivi e alle strutture sanitarie” .
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