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Roma, lo scandalo delle case popolari: vendute illegalmente, 8mila abusivi

// ottobre 1st, 2010 // Commenti disabilitati su Roma, lo scandalo delle case popolari: vendute illegalmente, 8mila abusivi // articoli di giornale

ROMA (25 settembre) – E’ l’unico ramo immobiliare che non conosce crisi: la compravendita delle case popolari. Da Corviale a Torrevecchia, passando ai residence dell’ex Bastogi. Stessa storia, cambia solo la valutazione al metro quadro. L’ultimo monolocale lo hanno venduto ieri l’altro a Corviale: 20 mila euro per 40 mq. Era in vendita, lo sapevano tutti, quando i vicini hanno visto il nuovo inquilino non si è sorpreso nessuno.

Su 53 mila alloggi Ater sono almeno 8000 quelli occupati senza alcun titolo. Case passate di padre in figlio, altre dal nonno ai nipoti e altre ancora cedute al mercato nero.

Fino a qualche tempo fa la compravendita illegale avveniva alla luce del sole. Ci fu persino chi, per vendere l’abitazione, mise un annuncio su Porta Portese.

Continua a leggere su Il Messaggero, 25 settembre 2010

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Roma, lo scandalo delle case popolari: vendute illegalmente, 8mila abusivi

// ottobre 1st, 2010 // Commenti disabilitati su Roma, lo scandalo delle case popolari: vendute illegalmente, 8mila abusivi // articoli di giornale

ROMA (25 settembre) – Corviale per molti è «un mostro da abbattere». Così la pensa, ad esempio, Teodoro Buontempo, assessore regionale alla Casa, Un chilometro di cemento che taglia l’orizzonte della campagna romana. Per altri invece è un pezzo di periferia da riqualificare e tutelare. La disputa dura da anni e probabilmente andrà avanti per molto ancora. Nel frattempo in quel gigantesco blocco di cemento la legalità nell’assegnazione degli alloggi è poco più di un optional.

«Gli inquilini assegnatari – racconta un abitante che ha visto nascere Corviale ma che preferisce non dire e soprattutto non leggere il suo nome – sono soltanto una minima parte. La stragrande maggioranza è costituita da famiglie che hanno occupato e sono in attesa di sanatoria». Il fenomeno della compravendita è molto diffuso. «Quelli che hanno le bollette dell’acqua intestate – riprende l’inquilino di Corviale – sono solo una minoranza. Ma la conduttura dell’acqua è unica. Così il costo pro-capite è diventato sempre più grande, paghiamo anche 50 euro per il consumo di tutti tra pochi». Il canone invece è rimasto pressoché invariato. E c’è anche chi ha un reddito minimo e paga 7,5 euro al mese.

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Roma, lo scandalo delle case popolari: vendute illegalmente, 8mila abusivi

// ottobre 1st, 2010 // Commenti disabilitati su Roma, lo scandalo delle case popolari: vendute illegalmente, 8mila abusivi // articoli di giornale

La giunta regionale ha approvato una delibera che commissaria sette Aziende territoriali per l’edilizia residenziale pubblica (Ater). Nel dettaglio, il provvedimento riguarda il Comune di Roma e delle Province di Roma, Frosinone, Latina, Rieti, Viterbo e del comprensorio di Civitavecchia. I commissari straordinari saranno nominati mediante successivi decreti del presidente della Regione, Renata Polverini.

Nell’occasione, il segretario regionale dell’Italia dei Valori, Stefano Pedica denuncia “la cultura dell’illegalità che si sta diffondendo nel processo di assegnazione delle case popolari: alcuni degli assegnatari agiscono indisturbati come degli ‘agenti immobiliari'”. “Il meccanismo – spiega- è questo: la casa assegnata viene rivenduta dall’assegnatario stesso ad altre persone, attraverso quella che in gergo è chiamata ‘buona uscita’. Basta mettere la residenza e far parte del nucleo familiare di colui che l’Ater ha individuato come assegnatario della casa e scatta il meccanismo della compravendita illegale: io ti vendo attraverso la buona uscita la ‘mia’ casa popolare all’Ater, basta che tu faccia parte del mio nucleo familiare”.

Continua a leggere su La Repubblica, 24 settembre 2010

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Roma, lo scandalo delle case popolari: vendute illegalmente, 8mila abusivi

// ottobre 1st, 2010 // Commenti disabilitati su Roma, lo scandalo delle case popolari: vendute illegalmente, 8mila abusivi // articoli di giornale

Roma, 22 set. – (Adnkronos) – “Tra le opere pubbliche gia’ finanziate e ferme c’e’ anche la riqualificazione di Corviale. Con le difficolta’ denunciate ieri dall’assemblea dei costruttori e’ un vero scandalo tenere fermi 23 milioni di euro senza dare avvio al recupero del 4° piano dell’edificio ed alla verticalizzazione dello stabile per rendere piu’ agevole l’accesso ai singoli immobili. Opere eseguibili da subito e decise gia’ in conferenza dei servizi”. Lo ha dichiarato il capogruppo del Pd del comune di Roma Umberto Marroni.

“Annunciare progetti faraonici e’ facile, realizzarli invece e’ tutt’altra cosa, come dimostrano i 30000 alloggi ancora sulla carta. La vicenda di Corviale e’ emblematica ed e’ lo specchio della confusione e dell’inadeguatezza della Giunta che sulle periferie non riesce neanche ad avviare le opere piu’ semplici con danno per i cittadini e l’economia romana” ha concluso Marroni.

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Roma, lo scandalo delle case popolari: vendute illegalmente, 8mila abusivi

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(L’UNICO) 22 sett. – “Ormai siamo al paradosso. Completamente a corto di argomenti in merito al recupero delle periferie, il centrosinistra racconta una storia fantasiosa priva di alcuni passaggi fondamentali”, così ha risposto in merito alla “vicenda Corviale” Marco Di Cosimo (PdL) al capogruppo del PD al Comune di Roma, Umberto Marroni.

“È un vero scandalo tenere fermi 23 milioni di euro senza dare avvio al recupero del 4° piano dell’edificio ed alla verticalizzazione dello stabile per rendere più agevole l’accesso ai singoli immobili”, aveva dichiarato Marroni in mattinata, e Di Cosimo, Presidente della Commissione Urbanistica di Roma Capitale, ha voluto rispondergli così: “Per quanto riguarda la vicenda Corviale, i fondi di cui Umberto Marroni fa riferimento sono stati stanziati dall’ex giunta regionale di centrodestra nel 2005, anno dell’approvazione del progetto di recupero del 4° piano dell’edificio e della verticalizzazione dello stabile. Il progetto però fino ad oggi è rimasto ben chiuso nei cassetti dell’Ater e della Regione Lazio che, lo ricordiamo al capogruppo del PD, fino a pochi mesi fa era governata dai suoi compagni di partito. Marroni dunque potrebbe spiegarci il perché di questi 5 anni di nulla.”

Marroni aveva affermato che “la vicenda di Corviale è emblematica ed è lo specchio della confusione e dell’inadeguatezza della Giunta che sulle periferie non riesce neanche ad avviare le opere più semplici.” Di Cosimo ha quindi replicato: “A dimostrazione dell’attenzione che da sempre abbiamo verso le periferie, rivendichiamo con forza la paternità della scelta dell’abbattimento ponti 9, 10 e 11 a Laurentino 38. Un’opera finanziata, programmata e posta in essere dall’ex giunta regionale di centrodestra della quale il centrosinistra si vantò con i cittadini.”

“Per quanto riguarda invece Tor Bella Monaca – continua Di Cosimo – ritengo essere assurdo il fuoco di sbarramento della sinistra ogni qual volta si parli di una riqualificazione di aree della città palesemente simbolo del fallimento di un certo tipo di urbanistica.”

“Appare in ogni caso evidente l’attenzione rivolta alle istanze dei quartieri meno centrali della città da parte di questa amministrazione, che sta procedendo nella direzione della reale riqualificazione. Una strada che, alla luce dei fatti, la sinistra non sa nemmeno dove sia”, conclude l’esponente del PdL, Marco Di Cosimo. (L’UNICO)

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(Adnkronos) – 21 sett. “Per il quartiere di Corviale restano peraltro ancora bloccati gli stanziamenti della Regione per opere di riqualificazione pari a 23 milioni di euro – continua Marroni – Serve ben altro che le chiacchiere per dare impulso all’economia, come rilanciare le opere pubbliche, realizzare i 9500 alloggi di edilizia residenziale pubblica gia’ approvati da molti mesi, snellire le procedure, garantire tempi certi nei pagamenti alle imprese. Ma serve soprattutto programmare il futuro della citta’”.

“La Giunta Alemanno invece continua a lanciare bandi e iniziative confuse senza strategie e spesso prive di capacita’ operativa – conclude Marroni – Passiamo dalla politica degli annunci agli annunci della politica e niente altro. Come Pd siamo stati determinanti nell’approvazione di tante iniziative e progetti approvati nel corso delle precedenti amministrazioni di centrosinistra che peraltro ad oggi restano sostanzialmente le uniche in campo. Continueremo anche dall’opposizione a proporre soluzioni e risposte concrete per la citta’”.

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(ASCA) – Roma, 21 set – ”Vera e propria emergenza e’ quella abitativa, non solo per le fasce tradizionalmente considerate piu’ deboli, ma anche per un’articolata serie di utenti portatori di nuove esigenze. Roma ha bisogno di dare risposte valide ad almeno 30 mila nuclei familiari che versano in situazione di forte disagio abitativo”. Cosi’ il presidente dell’Acer, Eugenio Batelli, in occasione dell’assemblea annuale dell’Acer, ponendo nel contempo un’altra esigenza: quella della riqualificazione delle periferie. ”Un problema – ha detto – da non sottovalutare: sono quasi un milione le persone che vivono le nostre periferie.” Di qui Batelli ha indicato le tipologie di periferia. ”Una prima tipologia – ha spiegato – e’ quella dove gli insediamenti sono nati spontaneamente, caratterizzati dalla mediocre qualita’ delle strutture edilizie, dalla mancanza di aree destinate a servizi e da un tessuto stradale inadeguato. Mi riferisco, ad esempio, alle zone di Montespaccato, Vermicino, Infernetto e Centocelle. Per queste periferie ritengo che la soluzione piu’ idonea sia quella della sostituzione edilizia, che consente un riassetto urbanistico funzionale di questi insediamenti. Questi interventi, pero’, non sono realizzabili con gli incentivi attualmente previsti dal Piano Casa Regionale, che non garantiscono il necessario equilibrio economico”. Altra tipologia di periferia ”Corviale, Laurentino 38 e Tor Bella Monaca, caratterizzate dalle scelte urbanistiche degli anni ’70, che hanno concentrato, in pochi siti, vasti interventi di edilizia popolare. Ritengo che questo modello di insediamento vada ripensato in funzione dell’esigenza di riorganizzare la vita sociale del quartiere.

Gli interventi da attuare, tra cui non si puo’ escludere la sostituzione edilizia, dovranno essere pertanto mirati alla realizzazione del nuovo modello”. E poi ”le periferie realizzate con gli interventi di edilizia agevolata del 2* PEEP, tipo Castelverde, Torraccia/Casalmonastero e Muratella, dove mancano strutture di servizio, pur essendoci aree destinate a tale funzione. Mi riferisco agli asili nido, alle scuole, ai centri per gli anziani, ai centri di aggregazione sociale e per la cultura, ai centri sportivi e alle strutture sanitarie” .

Bet/cam/ss

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Il Sindaco Alemanno: “Entro i primi giorni di ottobre presenteremo il masterplan per Tor Bella Monaca”. La Polverini: “Corviale è una violenza della nostra città, fa paura”

Non solo Tor Bella Monaca. L’autunno della politica romana si annuncia all’insegna dell’urbanistica e più precisamente della riqualificazione delle periferie. A dare fuoco alle polveri ci ha pensato a ferragosto Alemanno lanciando la campagna pro Tor Bella Monaca. E ieri il sindaco è tornato sul suo progetto, ribadendo che entro ottobre sarà pronto il masterplan.

“Si possono costruire case vivibili, si può buttare giù quell’obbrobrio e dobbiamo farlo”, spiega Alemanno. “Entro i primi giorni di ottobre presenteremo il masterplan per Tor Bella Monaca”. Sollecitato su Corviale e sul Laurentino 38 il sindaco non ha mancato di dire la sua: “Di Corviale se ne sta occupando la Regione, anche perché si tratta di case Ater di competenza regionale. Faremo un progetto con il presidente del XII Municipio, anche per Laurentino 38, in modo che per tutte le grandi ‘cisti urbane’ ci sia un intervento. Il progetto di demolizione e ricostruzione totale riguarda Tor bella Monaca”.

A fargli da sponda ci ha pensato Renata Polverini che ha definito Corviale “una delle più grandi violenze della nostra città. Fa paura. Ora ci andremo e renderemo abitabile il famigerato quarto piano”.

La Polverini ha poi spiegato che “stiamo lavorando anche su sei progetti per utilizzare i Fondi comunitari per riqualificare le periferie, parte dei quali potranno andare anche a beneficio di quelle romane”.

RomaToday, 13 settembre 2010

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La pellicola ”Et in terra pax”, diretta Botrugno e Coluccini, gareggia nella categoria ”Giornate degli Autori”

Due mesi di prove metodiche, diciassette giorni di riprese intense, attori e troupe sotto i trent’anni, un budget di appena trenta mila euro. Numeri che non possono far capire cosa si trova davanti agli occhi lo spettatore di “Et in terra pax” (il cinema va visto, non solo raccontato), ma che danno un’idea dell’impegno e della voglia che i registi, il cast e le maestranze avevano di portare a termine il progetto. La pellicola, diretta da Matteo Botrugno e Daniele Coluccini, amici dalle elementari e appassionati di cinema orientale, è ora in concorso alla 67esima mostra internazionale d’arte cinematografica, nella sezione “Giornate degli Autori – Venice Days“.

«Non avremmo mai pensato di venire selezionati per le “Giornate degli Autori” al Festival di Venezia 2010. Per anni abbiamo frequentato le sezioni parallele e amavamo vedere quei film fuori dal coro. Ora ci siamo noi e ci piace che il nostro sia un film fuori da certi canoni». Matteo Botrugno è emozionato e fiero del risultato raggiunto fin’ora. Assieme al compagno di classe, università e lavoro Daniele Coluccini dopo la realizzazione di tre cortometraggi, decide di fare il grande salto e di sceneggiare un lungometraggio. Il film si intitola “Et in terra pax” «ci siamo ispirati – precisa Botrugno – al secondo movimento di un “Gloria” di Vivaldi, l’RV 588 che ascoltavamo durante la scrittura», girato in 17 giorni e interpretato da attori promettenti, alcuni usciti dal Centro Sperimentale di Cinematografia, è ora in concorso a Venezia nella sezione alternativa.

Le storie di “Et in terra pax”

Lungo il perimetro di Corviale si intrecciano tre storie. Marco (Maurizio Tesei) che, dopo cinque anni esce dal carcere, ma non ha più un’identità e la solare Sonia (Ughetta D’Onorascenzo) studentessa universitaria, che per mantenersi lavora in una bisca. E i tre amici Faustino, Massimo (Germano Gentile) e Federico (Fabio Gomiero), legati da un’amicizia «basata sull’egoismo e sull’egoismo», come sottolinea il convincente Michele Botrugno nel ruolo di Faustino.

Corviale come simbolo delle periferie del mondo
Un film “romano”, interamente girato nella periferia edificata lungo via Portuense, ma che nell’intento dei registi e sceneggiatori (a cui si aggiunge Andrea Esposito) assurge a simbolo della solitudine. Se per Coluccini le immagini della pellicola possono riferirsi «ad una periferia qualsiasi, di Roma come di Milano o Parigi», trasformando Corviale in un topos, per Botrugno «il palazzo ‘serpentone’ come viene chiamato a Roma, lungo un chilometro e costruito su una collina, ci sembrava adatto come sfondo alle storie di solitudini dei nostri personaggi, creando una perfetta corrispondenza tra luogo e personaggi».

Ami, 27 agosto 2010
di Valentina Venturi

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Roma, lo scandalo delle case popolari: vendute illegalmente, 8mila abusivi

// ottobre 1st, 2010 // Commenti disabilitati su Roma, lo scandalo delle case popolari: vendute illegalmente, 8mila abusivi // articoli di giornale

L'abbattimento dei ponti del Laurentino 38 Demolire e ricostruire. Da un anno è il leit-motiv della politica urbanistica di Comune e Regione. «Giusto davvero», dicono tutti, «ma, però. Certo che le periferie, quei palazzoni in condizioni pietose. Non si può vivere». Ma soprattutto non si può ricostruire se le casse di Regione e Comune sono vuote. È di due giorni fa la proposta del sindaco Alemanno di buttar giù le torri popolari di Tor Bella Monaca. Torniamo indietro di qualche mese e sentiamo ancora rimbombare le parole del neoassessore regionale alla Casa Buontempo: Corviale va abbattuto. Poi c’è il Villaggio olimpico, un altro centro residenziale da far fuori e il terzo «ponte» del Laurentino 38. Roma (periferia in primis) si sta preparando davvero a cambiare look, o, come ha sottolineato più volte il capogruppo Pd in Campidoglio Umberto Marroni, riferendosi all’annuncio di Alemanno, si tratta solo di una boutade estiva? «Si può fare tutto – dice Batelli, presidente dell’Acer (associazioni costruttori romani), ma per demolire e ricostruire è necessaria una nuova legge regionale che porti i premi di cubatura al 50%. Gli enti locali non hanno soldi».
L’autunno scorso Comune e Regione si sono riuniti più di una volta, con i costruttori, per trovare un accordo. Niente da fare. Si parlava di demolire e ricostruire. Ora ci proveranno, insieme ai colleghi capitolini, i nuovi assessori Ciocchetti e Buontempo. Ciocchetti ieri ha annunciato che «a ottobre bisognerà sedersi intorno a una tavolo con l’imprenditoria illuminata» perché «serve un quadro economico dettagliato, le finanze pubbliche non sono sufficienti». «Solo coinvolgendo i costruttori,prospettando loro agevolazioni e lavorando su cubature esistenti» sarà possibile trasformare le periferie. Ma è Batelli a ricordare che non può esserci nessun cambiamento se prima «non si accelerano i tempi delle procedure urbanistiche e delle gare pubbliche. Il Comune sta facendo il possibile ma bisogna far ripartire i piani delle case 167, le compensazioni, gli articoli 11, le lottizzazioni convenzionate». Il Campidoglio ha però un asso nella manica: il 20 settembre potrebbero essere ufficializzati i poteri speciali per Roma Capitale, una manna, in campo urbanistico. Il Comune potrà fare a meno della Regione su alcuni passaggi burocratici fondamentali. Demolire e ricostruire. Anche questo sarà più semplice, e chissà che l’audace Piano casa da 27mila alloggi possa decollare davvero.

Il Tempo, 26 agosto 2010
di Matteo Vincenzoni