CORVIALE TEATRO. LABORATORIO SHAKESPEARE DAL TESTO ALLA SCENA
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CORVIALE XI MUNICIPIO
Gli inquilini di Corviale amano il mostro. Anche se non lo capiscono ne sono affascinati. Hanno quasi un senso di fierezza ad abitare in un palazzo così conosciuto, discusso e fatto oggetto di attenzione continua da parte dei media
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CORVIALE XI MUNICIPIO
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RocceSpineStreghe è uno spettacolo di teatro partecipazione perché dal vivo chiede costantemente al pubblico di partecipare per una coralità senza distinzione tra palco e platea.
Nasce dalla raccolta di storie di vita di uno dei tanti “dormitori” sparsi nell’estrema periferia romana, quella che fa Comune a sé…
Un piccolo viaggio insieme a Checchereché, tra cavatori e palazzinari abusivi, somari, cani, cicale, formiche, teste dure ed altre cose della stessa natura.
Dall’incontro con Ascanio Celestini nel 2006 nell’ambito del festival Bella Ciao – Il Balsamo della memoria, agli utili scambi con Alessandro Portelli, Rocce Spine Streghe è cresciuto ed è stato:
Ma soprattutto nelle case e nei negozi di molti dei cittadini che ci hanno ospitato e ci ospitano ancora per raccontare di come ci sono risorse nonostante tutto ed una tra queste è senza dubbio: la partecipazione.
Per info su spettacoli scrivi a: spettacoli@simonesaccucci.it
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Comunichiamo la pubblicazione del sito www.corvialedomani.it, online dal 7 dicembre 2011.
Come riportato dalla home page:
“Questo sito web si pone come evoluzione online del progetto di ricerca “CorvialeDomani”: laboratorio multidisciplinare per una rigenerazione socio-economica di Corviale basata sulla cultura.
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Riceviamo e volentieri pubblichiamo
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Metro C, sindacati: “Regione ferma i lavori”
http://www.eur.roma.it/news.php?news=3618&cat=9&arch=1
Alemanno come Rutelli?
http://www.eur.roma.it/news.php?news=3496&cat=9&arch=1
Metro C, le precisazioni del Prof. Tamburrino
http://www.eur.roma.it/news.php?news=3289&cat=9&arch=1&limit=5
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Fino 20 novembre 12 giovani artisti raccontano la banlieu romana senza pregiudizi e stereotipi
ROMA – Tuscolano, Tor Pignattara, Corviale, la Caffarella o la via del Mare: raccontare la periferia senza pregiudizi e stereotipi. Ci hanno provato dodici giovani artisti (pittori, fotografi, scultori e videomaker) romani con una collettiva fino al 20 novembre al Museo delle Mura. La mostra «Voci della periferia» – curata da Costantino D’Orazio – raccoglie opere che non vogliono demonizzare o giudicare con severità, bensì raccontare in tutte le sue contraddizioni i quartieri più lontani dal centro e dalle rotte dei turisti. In alcuni casi, la periferia viene evocata più come concetto e stato esistenziale, attraverso operazioni estremamente simboliche.
GRAFFITI D’ARTE – Se Francesca Romana Pinzari ha realizzato una performance nelle strade di Portonaccio, Marco Raparelli ha elaborato due videoanimazioni che si svolgono in una immaginaria periferia dai caratteri surreali.
ARTE NEL VERDE A CORVIALE Il duo Maria Teresa Zingarello e Silvia Pujia ha presentano il risultato di una loro azione nello spazio verde che circonda il Corviale, mentre Fabrizio Sartori mette in scena la violazione di uno spazio urbano attraverso un segno grafico recuperato dai tanti atti vandalici che abitano gli edifici periferici. RESISTENZA SOCIALE – Jacopo Bonifaci trasforma il paesaggio del Tuscolano in una elegante veduta di Piranesi, che si confronta con gli scatti fotografici di Caterina Nelli, alle prese con un’azione di resistenza sociale messa in atto nel Parco della Caffarella.
AREA VERDE A TOR PIGNATTARA – Gabriele Di Stefano ha immortalato il cielo di Tor Bella Monaca come lo skyline di una metropoli americana, mentre Enrica Gialanella ha trasformato un viadotto in una suggestiva composizione geometrica. Se il progetto di Mariangela Colaguori si risolve con una composizione grafica ad alto tasso tecnologico, Mauro Vitturini ha scelto di raccontare la periferia attraverso il suono, mentre Sara Basta ha coinvolto gli abitanti di Tor Pignattara nella realizzazione di un’area verde all’interno del quartiere. Tutti sono accomunati da uno sguardo attivo nei confronti del contesto urbano, che mira a trasformarne l’immagine e, soprattutto, ad incidere nell’immaginario collettivo.
BORSA DI STUDIO – La mostra – promossa dall’assessorato capitolino alla Famiglia, in collaborazione con quello alla Cultura – è l’evento conclusivo di un bando di concorso che ha visto la partecipazione di decine di giovani artisti romani, di età compresa tra i 18 e i 35 anni, . Sei artisti hanno vinto una borsa di studio che li ha portati a vivere un’esperienza di tre mesi a Londra, New York, Tokyo e Helsinki. Gli artisti vincitori delle borse di studio avranno la possibilità di presentare il risultato delle loro esperienze all’estero, che verrà documentato nel catalogo che accompagna la mostra.
da Corriere della Sera, 24/10/2011
di Carlotta de Leo
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Formati: ePub, Mobipocket
Lingua: Italiano
Rilasciato: Settembre 2011
Pubblicato da: Mondo a Colori Media Network
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… a campionati partiti o in via di partenza. A chiedere che la palla ovale continui a volare nella zona sud di Roma è una nuova-vecchia società, è la Nuova Rugby Roma, erede di quella scomparsa dal massimo proscenio rugbistico. Grazie ad un gruppo di genitori, è ripartita quest’estate da zero, iscrivendosi alla Fir, la Federazione italiana rubgy , con i suoi bambini e ragazzi alle categorie che vanno dagli Under 6 all’Under 20 e alla serie C.
Cochi, come ha fatto in questi giorni in una e-mail inviata a un genitore, ha scritto che lui sta sollecitando il Coni ad assegnare i campi, ma a Roma tutti i rugbisti dicono che è lui che deve decidere, perché ormai il Coni tra un anno lascerà gli impianti al proprietario ossia il Comune. Intanto i campionati sono già cominciati, come quello degli Under 20, che ha vinto i barrage ed è approdata al campionato di élite. La serie C comincerà il 9 ottobre, l’Under 16, lo scorso anno arrivata terza alle finali nazionali è stata ammessa direttamente al girone centrosud dell’élite nazionale, con l’esordio, il 18 ottobre, alle porte, così come l’Under 14, anche lei nell’élite, costrette a dividersi, per allenarsi, un campo di calciotto. Sono tutte squadre che ora si allenano o giocano, ed è il caso di ricordarlo a Cochi, su altri campi, a pagamento. Dagli Under 6 agli Under 20, per una spesa di 5.600 euro al mese, e con i genitori costretti a correre da Corviale a Ponte Marconi per portare i figli agli allenamenti tre volte a settimana, con tempi ritagliati tra impegni familiari e lavorativi. Oppure le ragazze della Red and Blu, l’unica squadra romana di serie A, con quattro nazionali e anche madri giocatrici, che debbono andare ad allenarsi, ad ora tarda, a Colleferro. Poi ci sono due squadre di rugbisti old, che fanno riferimento alla Nuova Rugby Roma, anche loro in attesa della riapertura del Tre Fontane.
Se questo è il diritto allo sport per tutti Cochi lo dica e se sta sollecitando il Coni, come dice, si dia da fare e subito. Aveva promesso che a settembre si sarebbe rimesso al lavoro per far riaprire i campi del Tre Fontane ma ormai siamo ad ottobre e questo non è avvenuto. Le voci metropolitane raccontano che in attesa del bando comunale voglia lasciare la palla della decisione al Coni, precisamente al Coni Servizi, che sarebbe propenso invece a far gestire i campi alla Nuova Rugby Roma, così come la Fir. Allora i giochi veri, in vista del bando, si stanno facendo adesso, nonostante Cochi parli, sempre in risposta via e-mail ad un genitore, di aver scongiurato che al Tre Fontane torni il calcio?
Intanto i campi, gli spogliatoi, che sono ancora quelli dove la Roma si allenava prima dell’era Trigoria, gli impianti elettrici e idrici sono in condizioni pietose. Signor delegato allo sport ci vuole tanto tempo ancora per riportare il sogno del rugby all’Eur, ora che è scongiurato il pericolo della Formula 1? Perché le voci metropolitane, ma vogliamo credere che non può essere così, spaventano di assegnazioni a chi vuol mischiare rugby che non è solo rugby. Invece la Nuova Rugby Roma ha già oltre 200 tesserati alla Fir e altri sono in arrivo se soltanto il Tre Fontane le fosse quest’anno assegnato. Perché sono ancora tanti i bambini, i ragazzi e i loro genitori che sognano di iscriversi a questa società e di tornare a giocare a rugby al Tre Fontane.
da AffariItaliani.it, 28/09/2011
di Raffaele Bologna
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(AGENPARL) – Roma, 23 set – «La polemica sollevata dal Presidente Paris nei confronti dell’Assessore De Palo riguardo l’apertura delle tre sezioni della scuola d’infanzia è pretestuosa e fuori luogo. Infatti gli uffici dell’Assessorato alla scuola mi hanno assicurato che si sta procedendo ad arredare le aule e alla nomina delle educatrici per le tre nuove sezioni e il tutto sarà chiuso entro la settimana. Voglio invece sottolineare come in questo caso le istituzioni cittadine abbiano saputo coordinarsi e venire incontro alle istanze dei cittadini. Infatti, in sede di audizione di questi ultimi nella Commissione Politiche Scolastiche, sono stati proprio i consigli dati dalla Dirigente del Dipartimento Scuola, dott.ssa Turchi, ai genitori di alcuni bambini in lista di attesa, fatti propri all’unanimità dalla commissione e prontamente raccolti dall’ufficio scuola del municipio XV, a consentire l’apertura di una nuova sezione, non prevista, nella scuola “Bruno Ciari” a Corviale». Lo dichiara Roberto Angelini, presidente della commissione Scuola di Roma Capitale.
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De Palo: “prosegue impegno pertrovare soluzioni concrete”
A Dragona la situazione della scuola marerna “Il Solletico” si fa sempre più difficile. La struttura, che sorge su un terreno che dovrà essere riconsegnato al vicariato ed alla parrocchia santa Maria Regina dei Martiri, attualmente ospita un centinaio di bambini in container. Gli arredi esterni sono in uno stato di abbandono, coperti da immondizia ed erba incolta. Le famiglie, stanche di questa situazione, hanno avviato una protesta per chiedere il trasferimento della scuola presso una struttura più idonea.
Anche nel XV municipio i problemi non sono da meno. Paris attacca l’Assessore alle Politiche Educative del Comune De Palo e del suo Dipartimento ai servizi scolastici, “le cui inadempienze – secondo il monisindaco – non consentono ancora l’apertura delle tre nuove sezioni di scuola dell’infanzia già programmate da tempo dal nostro Municipio e debitamente autorizzate dal Campidoglio”.
“A pagare questo increscioso ritardo – prosegue Paris – purtroppo sono le 65 famiglie del XV i cui figli, pur se regolarmente iscritti, ad oggi non possono ancora frequentare le scuole dell’infanzia di via Greve alla Magliana e la nuova sezione alla Bruno Ciari a Corviale, a causa della mancanza di personale insegnante e soprattutto di arredi. Più volte ho tentano recentemente di mettermi in contatto telefonicamente, senza successo, con l’Assessore De Palo per sollecitare la fornitura dei banchi e delle sedie da parte del Dipartimento e la nomina delle relative educatrici per queste nuove sezioni.
Lo scorso 15 settembre ho anche scritto una lettera all’Assessore in cui lamentavo questa situazione e richiedevo un suo diretto e risolutivo intervento. Anche questo tentativo è rimasto senza risposta e ad oggi il Dipartimento non ha ancora fornito gli arredi necessari, né risultano nominate le relative educatrici. Non credo sia accettabile che il lavoro avviato dal nostro Municipio per potenziare l’offerta scolastica, sia vanificato dall’inerzia del Campidoglio e ancor di più che le famiglie siano private delle loro legittime aspettative.
Voglio ricordare che la realizzazione delle nuove aule in via Greve 105 è stata possibile grazie all’impegno del nostro Municipio che, attraverso un più razionale utilizzo degli spazi all’interno del plesso elementare esistente, è riuscito a costruire nuove aule accoglienti dotate di uscite ed impianti di sicurezza, moderni servizi igienici e uno spazio esterno attrezzato. Tutto questo è stato possibile grazie ad un uso oculato degli scarsi fondi a disposizione del Municipio.In un momento in cui l’Amministrazione comunale versa in una situazione economica difficile e con la prospettiva di una riduzione generalizzata dei servizi ai cittadini, l’essere riusciti, invece, con questo progetto ideato e realizzato interamente dal Municipio XV, ad ampliare l’offerta dei servizi scolastici nel nostro territorio, credo rappresenti un risultato di grandissima rilevanza.
Sulla condizione delle scuole capitoline rassicura l’assessore alla Famiglia, all’Educazione e ai Giovani di Roma Capitale, Gianluigi De Palo, a margine della visita di questa mattina alla Scuola dell’Infanzia ‘Giovanni XXIII’, nel VI Municipio. «Il bilancio di queste prime settimane dell’anno educativo e scolastico, in generale, è positivo. Sono contento che tutto stia funzionando e che i bambini abbiano potuto riprendere le attività nei 208 asili nido comunali, nei 227 accreditati, nelle 33 sezioni ponte e nelle 311 scuole dell’infanzia comunali».
«Ovviamente – aggiunge De Palo – tra tutte le scuole romane cui garantiamo i servizi di nostra competenza, ce ne può essere qualcuna che lamenta dei problemi, come nel caso della materna di Dragona. Accolgo volentieri, in questo senso, le sollecitazioni che ci stanno arrivando e mi sento di tranquillizzare le famiglie: stiamo lavorando per risolvere i problemi, sappiamo che cosa dobbiamo fare, lo stiamo facendo e continueremo a farlo al meglio. Tutto è migliorabile – conclude l’Assessore – ma desidero dirvi che siamo impegnati concretamente per trovare soluzioni adatte ai problemi complessi che talvolta si presentano».
da AbitareaRoma.net, 22/09/2011
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Cristiana era la “padrona” di Testaccio, vendeva più case lei di una multinazionale immobiliare. Peccato che le case non erano sue, ma dell’Ater. Poi la donna, che gestiva anche un fiorente giro di prostituzione, è finita in galera. Ma quante altre ce ne sono come lei in giro per il Bel Paese? Antonietta, invece, è stata vittima di un drammatico incidente stradale sulla via del Mare; mentre veniva trasportata moribonda in ospedale, la casa dove viveva era già stata occupata da una ragazza madre. Sono solo due delle tante storie che fioriscono all’ombra del racket delle case popolari a Roma. Una rete fatta di boss locali, guardaspalle fidati, ex pugili.
Veduta case popolari dell’Ater al Tufello, IV Municipio, Roma |
Monte Sacro, Tor Bella Monaca, Corviale, ma anche Garbatella, Tufello, Nuova Ostia. Questi i quartieri dove nella Città Eterna è più facile ottenere una casa pubblica dell’Ater o del Comune. Graduatorie, liste d’attesa? Macchè. Basta pagare il clan. Soldi sull’unghia. Il prezzario è preciso. “Per 2 camere 1.000-1.500 euro, a seconda della zona, 2.500-3.000 euro per 3 camere – spiega Frediano Manzi, presidente dell’associazione Sos Racket e Usura – In alcuni casi bisogna pagare pure dopo, 200 euro al mese. Una sorta di pizzo. In genere lo chiedono agli immigrati clandestini, che non possono denunciarli”.
A volte esattori e occupanti abitano nello stesso isolato. Fianco a fianco. Chi riscuote, alla bisogna fa anche l’usuraio, lo spacciatore. Qualcuno si spinge addirittura a mettere inserzioni sui giornali locali: cedo appartamento dell’Ater, 3 camere, cucina, bagno, cento metri quadri, interamente ristrutturato. Ma occupare una casa pubblica non è reato? No, se c’è lo stato di necessità, dice la Corte di Cassazione, che con la discussa sentenza n. 35580 del 2007, al terzo grado di giudizio ha mandato assolta proprio a Roma una donna sola e con figlio a carico.
“Per evitare lo sgombero basta la presenza di un disabile o di una ragazza-madre con 1-2 bambini – spiega Manzi – A Roma una di queste è una vera “professionista”, responsabile di ben 15 occupazioni, alcune addirittura contemporaneamente”. La normativa è contorta, non si può sbattere in mezzo alla strada una ragazza incinta o un anziano solo. Bisogna avviare un iter complicato, passano i mesi, le forze dell’ordine hanno mille altri problemi. Alla fine le chiavi passano di mano, subentrano i veri “inquilini”.
In Italia, secondo un’indagine realizzata da Dexia Crediop per Federcasa, sono occupate abusivamente oltre 26mila case popolari, il 5% del patrimonio. Ma mettendo insieme le grandi città – Roma, Milano, Napoli, Palermo, Bari – gli alloggi occupati, denuncia Federcasa, salgono al 20%. Uno su cinque. A Roma anche di più, secondo Sos Racket e Usura. I quartieri più colpiti? Monte Sacro, Tor Bella Monaca, Tufello, Nuova Ostia, Corviale, Garbatella, stando alle segnalazioni che giornalmente arrivano all’associazione. Sul litorale, – Anzio, Aprilia, Pomezia, – la situazione non è diversa da Roma.
Come fa il racket a scovare le abitazioni vuote? “Sanno dove colpire – risponde Manzi – Hanno una rete d’informatori agli sportelli degli uffici casa, negli ospedali, fra i portieri. In certi casi entrano con le doppie chiavi. Le vittime predilette sono anziani, disabili, gente che vive sola. Basta andare in ospedale, assentarsi 2 settimane. Al ritorno si trova la serratura cambiata e buonanotte”. Un autentico dramma. Il più delle volte gli occupanti non esitano a buttare in discarica tutto quello che trovano: abiti, documenti, ricordi, foto, libri. Un’intera vita cancellata.
Per sventare il pericolo, c’è chi si barrica, sbarra porte e finestre, vive prigioniero in casa. Al centralino di Sos Racket e Usura è arrivata di recente la telefonata di una donna di 72 anni: “Ha detto fra le lacrime di dover rinunciare al ricovero in ospedale – racconta il presidente dell’associazione – abita al Tufello, vicino via Giovanni Conti, una delle zone più a rischio”. Ma il racket è sempre in agguato. E colpisce con fredda tempestività quando meno te l’aspetti. Un anno fa, a Nuova Ostia, mentre la vittima di un drammatico incidente sulla via del Mare era ancora sull’ambulanza, trasportata moribonda in ospedale, la casa in via dei Forni dove viveva era già stata occupata. Da una ragazza madre con bimbo di 3 anni.
da Affari Italiani, 13/05/2011
di Marcello Viaggio