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Repubblica — 02 aprile 2009 pagina 2
sezione: ROMA
http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2009/04/02/dai-sottotetti-corviale-ecco-il-piano-casa.html
ANNA MARIA LIGUORI CON un tour de force nella notte in via della Stamperia, sede del Ministero delle Politiche regionali, è stata raggiunta l’ intesa tra governo e Regioni sul piano casa. «I lavori del tavolo delle Regioni sono stati proficui anche se faticosi. Abbiamo raggiunto l’ accordoa mezzanotte» racconta Mario Di Carlo, assessore alle Politiche della Casa della Regione. Il governo ha
poi ratificato l’ intesa nella Conferenza Stato – Regioni ieri
mattina.E la Regione Lazio ha fatto la sua parte sull’ accordo: si è impegnata, come le altre, entro 90 giorni a legiferare sull’ introduzione di un premio di
cubatura del 20 per cento per le abitazioni mono e bifamiliari con un tetto massimo di 200 metri cubi ad esclusione dei centri storici e delle aree vincolate. Qualora le regioni non legiferino, accettano di essere sostituite dalla Stato che adempierà la legge al posto loro. E lo stesso provvedimento prevede la demolizione e la ricostruzione di edifici, con un premio di cubatura che può arrivare fino al 35 per cento se la ricostruzione avviene con i criteri di efficienza energetica di miglioramento della qualità estetica e di modernizzazione degli edifici. Lo Stato entro 10 giorni dalla ratifica dell’ accordo, attraverso un decreto legge per le materie di sua competenza (antisismico, i beni ambientali e culturali, antincendio ecc.), provvede alla semplificazione delle procedure. Il presidente della Regione Piero Marrazzo: «Ora ci metteremo subito all’ opera per dare ai cittadini del Lazio un quadro normativo preciso per interventi che stimolino l’ economia e tutelino il territorio». A Roma, sul tema dell’ elevazione del 20 per cento «potrebbero essere interessati secondo l’ ultima stima delle mappe catastali, il 37 per cento degli edifici fuori dal centro storico» annota Di Carlo. Oppure nei quartieri romani a grandissima densità come Magliana, Tuscolano, Viale Marconi il piano consente di rilocalizzare alcuni palazzi nati dall’ espansione dell’ edilizia selvaggia degli anni 50/60 e ricostruirli altrove con il 35 per cento in più. Si potrebbe così buttare giù un brutto palazzo di 6 piani e farne uno da 9, guadagnando 12 appartamenti e al posto di quello abbattuto creare una piazza, un giardino o un parcheggio. Una soluzione che potrebbe essere usata anche per gli insediamenti delle case popolari: l’ esempio più eclatante, Corviale: potrebbe essere demolito anche parzialmente e le cubature potrebbero essere costruite meglio altrove. E, osservano all’ assessorato alla Casa, «dalle demolizioni alle ricostruzioni con premio di cubatura, si potrà alzare lo standard degli immobili romani che hanno per la maggior parte una qualità strutturale modesta». «Nel Lazio poi è un utile strumento per affrontare anche l’ eccessiva cementificazione soprattutto sulle coste – spiega Antonio Zanon, vicepresidente della Commissione regionale Lavori pubblici a casa – ad esempio se c’ è una brutta costruzione sulla spiaggia di Torvajanica, con il premio di cubature il proprietario è invogliato a demolire e a ricostruire più indietro. Ci guadagna luie libera
la spiaggia per riconsegnarla alla comunità». E da ieri la Regione ha varato anche una sua novità. Si possono ricavare nuove abitazioni nei sottotetti già esistenti per rispondere all’ emergenza casa
senza aumenti di cubature (salvaguardando quindi la sagoma dell’ immobile) e senza consumare ulteriore territorio. Lo prevede una legge approvata ieri all’ unanimità dal Consiglio regionale, primo firmatario Zanon. A ricadere nella legge saranno i locali con un’ altezza media di 2,40 metri (2,20 per i locali di servizio) con la possibilità, per rientrare in questi limiti, di apportare piccole modifiche o di abbassare il solaio sottostante. E, oltre Roma, il provvedimento interessa anche a chi abita nei piccoli centrie nelle località turistiche.