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Repubblica — 03 giugno 2004 pagina 1 sezione: ROMA
Caro direttore, leggo su La Repubblica che “il Sindaco di Roma ha inviato una lettera al Presidente della Regione Francesco Storace per sollecitare una rapida conclusione delle conferenze di servizi sugli articoli 11” Dunque ad oggi nessuno dei “Programmi di recupero urbano”, in gergo “articoli 11”, è in cantiere. Danno grave per Roma, effetto della mala politica secondo cui i programmi dell’ avversario, tanto più se utili alla città, vanno presi in ostaggio e bloccati. Cosa sono i Programmi di recupero urbano? Circa 1.700 milioni di euro per investimenti pubblici e privati nelle periferie romane, ricorda Repubblica. Periferie che si chiamano Acilia, Corviale, Fidene, Labaro, Laurentino, Magliana, Palmarola, Primavalle, Tor Bella Monaca, San Basilio, Valle Aurelia. Quartieri con oltre 400.000 abitanti. Investimenti per case, servizi e reti, ma soprattutto per nuove attrezzature. Cosa vuol dire? Basta elencarle: 49 parchi e giardini, 24 parcheggi, 22 asili e scuole materne, 15 medie ed elementari, 19 centri commerciali e di servizi (con incubatori d’ impresa e laboratori artigianali), 11 centri culturali (inclusi cinema e teatri), 4 biblioteche comunali, 3 musei, 15 impianti sportivi, 11 piste ciclabili, 7 mercati, 4 centri anziani, 8 tra centri civici, sedi di circoscrizioni e servizi socio-assistenziali, 4 alberghi. Tutto ciò era stato deciso e progettato con la più ampia partecipazione. A fine 1997 il Comune pubblicò un bando definito assieme ai Municipi. Risposero più di 200 imprese e operatori. Le proposte furono valutate da una Commissione tecnica cui partecipò anche la Regione. Poi centinaia di assemblee nei quartieri fissarono le priorità, discussero piani e progetti. Alla fine il Consiglio Comunale esaminò, cambiò, approvò (gennaio 2001). Per molti osservatori, anche europei, era finalmente la strada per vincere la sfida dell’ urbanistica contemporanea: per cominciare a rifare le periferie, dar loro funzioni, qualità, identità. Con questo traguardo cittadini, imprenditori e amministratori avevano lavorato assieme: evento nuovo, inammissibile per chi voleva restaurare la vecchia urbanistica. Dall’ aprile 2001 gli atti sono alla Regione. Il Presidente Storace fa sapere che se ne sta occupando. Da tre anni? Quale problema burocratico, se c’ è, non si risolve in tre anni? Quanti asili, biblioteche o alberghi si sono persi nel frattempo? * Docente di Urbanistica all’ università La Sapienza – DOMENICO CECCHINI*