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Corsini (PDL), riqualificare Corviale è occasione per creare integrazione

// ottobre 23rd, 2010 // Commenti disabilitati su Corsini (PDL), riqualificare Corviale è occasione per creare integrazione // articoli di giornale

(IRIS) – ROMA, 15 OTT – “Limitarsi a demolire e ricostruire non significa automaticamente migliorare il tessuto sociale. Per fare questo è necessaria una visione più ampia che incida sul quadro urbanistico e crei integrazione. Corviale è un simbolo e gli interventi su di esso non devono ridursi a iconoclastia, ma costituire un’occasione di ripensamento degli errori fatti nel passato”.

Lo ha dichiarato l’assessore capitolino all’Urbanistica, Marco Corsini, durante il convegno “Corviale tra demolizione e riqualificazione”.

“Gli errori di Corviale non possono essere imputati solo agli architetti e agli urbanisti, ma anche e soprattutto alla politica che non è stata capace di dare le giuste indicazioni. È comunque un bene che si cominci a parlare della sua riqualificazione, che sia in termini di demolizione e ricostruzione, o di interventi di recupero, perché oggi gli strumenti ci sono.

Bisogna, comunque, ascoltare i cittadini per sapere se sono d’accordo perché operazioni troppo traumatiche e calate dall’alto potrebbero essere controproducenti. Il segreto è la qualità dell’architettura in un giusto inquadramento urbano. Incidere sul tessuto sociale è più importante che su quello urbanistico” conclude Corsini.

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Corsini (PDL), riqualificare Corviale è occasione per creare integrazione

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ROMA (25 settembre) – Corviale per molti è «un mostro da abbattere». Così la pensa, ad esempio, Teodoro Buontempo, assessore regionale alla Casa, Un chilometro di cemento che taglia l’orizzonte della campagna romana. Per altri invece è un pezzo di periferia da riqualificare e tutelare. La disputa dura da anni e probabilmente andrà avanti per molto ancora. Nel frattempo in quel gigantesco blocco di cemento la legalità nell’assegnazione degli alloggi è poco più di un optional.

«Gli inquilini assegnatari – racconta un abitante che ha visto nascere Corviale ma che preferisce non dire e soprattutto non leggere il suo nome – sono soltanto una minima parte. La stragrande maggioranza è costituita da famiglie che hanno occupato e sono in attesa di sanatoria». Il fenomeno della compravendita è molto diffuso. «Quelli che hanno le bollette dell’acqua intestate – riprende l’inquilino di Corviale – sono solo una minoranza. Ma la conduttura dell’acqua è unica. Così il costo pro-capite è diventato sempre più grande, paghiamo anche 50 euro per il consumo di tutti tra pochi». Il canone invece è rimasto pressoché invariato. E c’è anche chi ha un reddito minimo e paga 7,5 euro al mese.

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L'abbattimento dei ponti del Laurentino 38 Demolire e ricostruire. Da un anno è il leit-motiv della politica urbanistica di Comune e Regione. «Giusto davvero», dicono tutti, «ma, però. Certo che le periferie, quei palazzoni in condizioni pietose. Non si può vivere». Ma soprattutto non si può ricostruire se le casse di Regione e Comune sono vuote. È di due giorni fa la proposta del sindaco Alemanno di buttar giù le torri popolari di Tor Bella Monaca. Torniamo indietro di qualche mese e sentiamo ancora rimbombare le parole del neoassessore regionale alla Casa Buontempo: Corviale va abbattuto. Poi c’è il Villaggio olimpico, un altro centro residenziale da far fuori e il terzo «ponte» del Laurentino 38. Roma (periferia in primis) si sta preparando davvero a cambiare look, o, come ha sottolineato più volte il capogruppo Pd in Campidoglio Umberto Marroni, riferendosi all’annuncio di Alemanno, si tratta solo di una boutade estiva? «Si può fare tutto – dice Batelli, presidente dell’Acer (associazioni costruttori romani), ma per demolire e ricostruire è necessaria una nuova legge regionale che porti i premi di cubatura al 50%. Gli enti locali non hanno soldi».
L’autunno scorso Comune e Regione si sono riuniti più di una volta, con i costruttori, per trovare un accordo. Niente da fare. Si parlava di demolire e ricostruire. Ora ci proveranno, insieme ai colleghi capitolini, i nuovi assessori Ciocchetti e Buontempo. Ciocchetti ieri ha annunciato che «a ottobre bisognerà sedersi intorno a una tavolo con l’imprenditoria illuminata» perché «serve un quadro economico dettagliato, le finanze pubbliche non sono sufficienti». «Solo coinvolgendo i costruttori,prospettando loro agevolazioni e lavorando su cubature esistenti» sarà possibile trasformare le periferie. Ma è Batelli a ricordare che non può esserci nessun cambiamento se prima «non si accelerano i tempi delle procedure urbanistiche e delle gare pubbliche. Il Comune sta facendo il possibile ma bisogna far ripartire i piani delle case 167, le compensazioni, gli articoli 11, le lottizzazioni convenzionate». Il Campidoglio ha però un asso nella manica: il 20 settembre potrebbero essere ufficializzati i poteri speciali per Roma Capitale, una manna, in campo urbanistico. Il Comune potrà fare a meno della Regione su alcuni passaggi burocratici fondamentali. Demolire e ricostruire. Anche questo sarà più semplice, e chissà che l’audace Piano casa da 27mila alloggi possa decollare davvero.

Il Tempo, 26 agosto 2010
di Matteo Vincenzoni

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Pier Paolo Balbo, ordinario di Urbanistica della Sapienza di Roma: «Tor Bella Monaca è caratterizzata da una urbanizzazione per grandi volumi. E, in questo, somiglia ad altri quartieri, come Corviale. Questi volumi hanno causato l’assenza di uno spazio connettivo, che è il vero motivo del degrado. In questo, assomigliano anche ai toponimi». Che sono le aree ex abusive della capitale, recuperate nel tempo attraverso una serie di interventi urbanistici e afflitte da una carenza atavica di fognature, allacci elettrici, collegamenti viari.

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Repubblica — 23 marzo 2006 pagina 2 sezione: ROMA

Vivremo in una città fatta per due terzi di verde, con 23 metri quadrati a testa di parchi e giardini. Abiteremo una capitale con 610 chilometri di binari per tre passanti ferroviari e quattro linee metropolitane fino oltre il raccordo, con 310 stazioni che metà dei romani raggiungerà a piedi da casa. Lavoreremo in una metropoli in cui 500.000 persone troveranno un’ occupazione indotta dalla rivoluzione urbanistica del nuovo piano regolatore, che attiva 40 miliardi di investimenti (stime Ecosfera). A volte fare i conti aiuta a capire. A comprendere com’ è che alla fine di una maratona istituzionale la città delle associazioni e delle categorie, degli industriali e degli ambientalisti, della politica e della cultura si sono trovate con un calice in mano a brindare. è «la più grande manovra urbanistica dalla storia di Roma Capitale», dice il sindaco Walter Veltroni ringraziando maggioranza e opposizione per «la concertazione e il clima istituzionale, un capitolo importante del modello Roma». Una manovra che coniuga «speranza, desiderio e sogno» in un piano che «ha accolto il 25% di 7.000 osservazioni “controdedotte”», cioè discusso fino alla noia e al particolare; che integra il «documento sulla partecipazione approvato il 2 marzo» vincolando alla consultazione continua dei cittadini nelle “case dei municipi” e nella “casa della città”; un piano che fa sue «la delibera sull’ edilizia residenziale pubblica per 22mila stanze» approvata ieri all’ alba, e altri provvedimenti per un totale «di 68mila stanze, pari a 22mila appartamenti che costituiscono il 23% del totale residenziale». Ancora, un Prg che ridisegna la ferita di Corviale destinandole «servizi per integrare e migliorare la vita dei suoi abitanti» e risparmiandole il piccone evocato da An; che risana il Laurentino 38 con «il recupero qualitativo e con la demolizione dei due ponti». Dalle “mani sulla città” del passato che brucia, dove i costruttori stiparono alveari oggi a rischio anche sotto il profilo statico, si passa alle scelte selettive di diradamento, con demolizioni e ricostruzioni: è accaduto in via Giustiniano Imperatore e potrà accadere a Marconi, al Tiburtino o al Tuscolano. Dall’ urbanistica che insegue i quartieri abusivi si arriva alla progettazione di 18 centralità metropolitane dotate di tutto, servizi culturali e amministrativi, sportivi e tecnologici. Lì si sono distese cubature più intense, 4,1 milioni di metri cubi alla fine di una cura dimagrante chiesta dai quartieri stessi, perché il cemento pioverà per arricchire, moltiplicando il gioiello che l’ era fascista realizzò all’ Eur, l’ unica centralità metropolitana che già esiste. Così l’ Eur di domani si fa in diciotto, da Acilia a La Storta, da Torre Spaccata a Ponte Mammolo. Intanto, il centro antico si allarga a “città storica” e passa da mille a 7.000 ettari, tutelando 25.000 punti di interesse. Nelle periferie nasceranno dai cittadini i piani particolareggiati per ridisegnare gli 80 “toponimi”, i quartieri abusivi degli anni Ottanta, mentre pubblico e privato collaboreranno finanziariamente nei “programmi integrati” per Torre Maura e Giardinetti, Ottavia o Torre Angela. Intanto, via libera alla grande architettura: dopo i gioielli di Meyer e Piano arrivano quelli di Fuksas, Hadid, Koolhaas… – PAOLO G. BRERA

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Repubblica — 25 maggio 2004 pagina 2 sezione: ROMA

Si chiamerà «55 Avenue», si estenderà su 15.500 metri quadrati articolati in sei piani, tre destinati a commercio, compreso l’ ipermercato Conad-Le Clerc di 5.400 metri quadrati, e tre al parcheggio gratuito sotterraneo con 1000 posti macchina. Il tutto, in acciaio e pannelli di vetro satinati. E’ il nuovo centro commerciale che aprirà nel maggio del 2005 al quartiere Corviale-Casetta Mattei, progettato dalla società francese Altarea (gruppo francese specializzato nel mercato dei centri commerciali in un’ ottica di recupero dei centri urbani, come il Bercy Village di Parigi, esempio di restauro conservativo di un sito storico con l’ inserimento di negozi e attività ludiche) e realizzato in partnership con Di Veroli. Il progetto è stato illustrato nella sede parigina di Altarea dal presidente Alain Taravella e dall’ amministratore delegato Ludovic Castillo. «Il centro commerciale è firmato dall’ architetto Valode et Pistre – ha spiegato Taravella – uno dei dieci architetti più importanti della Francia. L’ intervento si va ad inserire in un punto di grande accessibilità, con un bacino d’ utenza di 300mila abitanti, dove però non esiste un’ offerta concreta di servizi. Per la nuova piazza commerciale verrà strutturata anche la nuova strada di collegamento con la via Ostiense».

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Repubblica — 26 ottobre 2002 pagina 15 sezione: ROMA

Musica elettronica, videoarte, architettura sono gli ingredienti di Sonicity 2002, il progetto realizzato dall’ associazione culturale Moorroom per Corviale. Il quartiere romano, progettato dall’ architetto Fiorentino nel 1972 e realizzato dieci anni dopo, è il palcoscenico in cui oggi si esibiscono musicisti e artisti. Una manifestazione composta da più eventi, a partire dalle 19, nel secondo e terzo lotto di quello che è considerato uno dei grandi edifici in Europa: 750 mila metri cubi di cemento, 958 metri di lunghezza, 200 di spessore e 30 di altezza per mille e 200 alloggi per anni abbandonati o occupati abusivamente. Il progetto ha natura di carattere sociale e di recupero di una zona lontana dai fermenti culturali. Dal 23 settembre al 12 ottobre è stato organizzato un workshop con i ragazzi che vivono a Corviale per dare loro gli strumenti minimi per realizzare un video sul loro quartiere, ora proiettato nel percorso che attraversa l’ edificio. I grafici italiani Coemae, i vj Riccardo Arena e Claudio Sinatti con le loro videoistallazioni verticali, il norvegese HC Gilje che presenta un video sugli aspetti architettonici di Corviale, Luigi Rizzo con il suo video in steadycam sono alcuni degli artisti che si sono misurati con questo strano prodotto dell’ architettura.

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Corviale vuole vivere e non morire!

Non è uno scempio, e i veri mostri sono coloro che ne chiedono l’abbattimento. Il quartiere non è un mostro da abbattere ma da recuperare al più presto.

Servono investimenti cospicui per riqualificare l’intero quartiere.

Da un trentenne,  fedele abitante del Serpentone.