Approfondimenti sulla storia



Mario Fiorentino

L’architetto Fiorentino è conosciuto per aver disegnato il monumento ai martiri delle Fosse Ardeatine e progettato con Ludovico Quadroni e Mario Ridolfi il quartiere INA-Casa al Tiburtino e, negli anni sessanta, le case a torre di viale Etiopia. Il gruppo di tecnici impiegati nel progetto è composto da 20 architetti e 11 ingegneri, tra strutturalisti e impiantisti, tra cui Federico Gorio, Giulio Sterbini e Michele Valori.

Secondo il giudizio dell’urbanista Franco Purini, “Fiorentino aveva una concezione dell’abitare come movimento eroico, voleva che la sua mastodontica macchina abitativa fosse una specie di comunità che si sarebbe autoregolata e che avrebbe fatto prevalere sugli interessi privati quelli collettivi; anche se Fiorentino arrivò fuori tempo massimo, quando ormai in architettura si era affermato il post-moderno, che faceva perno sull’individuo e i suoi bisogni”.

Per Purini, “Corviale è l’opera più importante realizzata a Roma in tutti gli anni Settanta e una delle architetture più significative della produzione mondiale di quegli anni”. “L’unico suo problema”- prosegue l’architetto – “è la necessità di essere portato a termine al più presto, seguendo le indicazioni di Fiorentino.

È necessario liberare il quarto piano da coloro che lo occupano e installare lì al più presto i servizi che il piano originario prevedeva: non solo abitazioni, dunque, ma case dello studente, residenze per anziani, uffici pubblici, centri sociali”.

Abitazioni

Fin dall’inizio della sua edificazione, il complesso di Nuovo Corviale viene fatto oggetto di una serie di occupazioni da parte di persone e comuni cittadini gravati da un’impellente necessità d’abitazione.

La prima di queste risale al 1983, quando circa 700 famiglie prendono possesso degli appartamenti formando un nucleo di 150 nuove unità che si stabilisce per circa un anno e mezzo nel piazzale sottostante.

La seconda occupazione è quella che si è conclusa nel Natale del 1995, quando circa 200 peruviani che si erano insediati nelle parti abbandonate della parte centrale dell’edificio sono stati fatti evacuare con uno sgombero “morbido” organizzato dall’assessore alle Politiche Sociali del Comune di concerto con l’Istituto di Studi Latino Americani.

La terza occupazione è quella relativa al quarto piano che doveva essere, secondo il progetto iniziale, il cuore del progetto con le sale comuni dei servizi commerciali di prima necessità e gli spazi collettivi, ma fu il primo anello nella catena del progetto a saltare, in quanto venne occupato da famiglie che trasformarono abusivamente gli spazi in appartamenti: cominciarono gli ex-baraccati, poi gli sfrattati provenienti dalle borgate più vicine, quindi i figli degli assegnatari che crescevano e mettevano su famiglia.

Attualmente sono 120 le famiglie che, approfittando del vuoto delle istituzioni, hanno occupato un negozio, uno spazio comune o una sala condominiale del piano lasciato libero e si sono costruite da sole il loro appartamento.

Riqualificazione urbana

L’obiettivo di fondo è stato quello di creare le condizioni per portare i cittadini di Roma a frequentare Corviale, e a fargli trovare solo lì alcuni servizi importanti. Molti progetti di politiche sociali e riqualificazione sono stati realizzati.

La parte centrale, chiamata anche “spina servizi”, è stata completata ed accoglie il consiglio del XV municipio e gli uffici tecnici, il Comando del XV Gruppo dei Vigili Urbani, uno sportello anagrafico, gli uffici tecnici, un anfiteatro all’aperto di circa 300 posti, di proprietà Ater, un centro attrezzato per prove musicali situato nel plesso di Via delle Vigne, una scuola d’arte e una galleria d’arte (il Mitreo-Iside, una struttura polifunzionale data in gestione a dei privati che ospita nei suoi 900 mq di spazio esposizioni, mostre, laboratori, rappresentazioni teatrali e coreografiche ), un centro per il disagio mentale della Asl Roma D e un mercato coperto in via di completamento.

Il trasferimento dei Vigili Urbani ha inoltre contribuito ad accrescere la percezione di una maggiore sicurezza fra quanti abitano o si recano a Corviale e ad alimentare un senso di fiducia maggiore nei confronti delle Istituzioni All’interno del palazzo sono presenti l’Incubatore d’Impresa del Comune, un incubatore tematico destinato a ospitare imprese a carattere prevalentemente culturale attualmente inattivo, la ASL, un centro anziani, varie cooperative e un supermercato, mentre il centro commerciale previsto in fase di progettazione è già stato completato.

Di fronte al palazzo sono presenti numerosi servizi e impianti collettivi che risponderanno alle esigenze anche degli altri abitanti del XV Municipio, in particolare della popolazione giovanile del quartiere: il centro di formazione professionale e di orientamento al lavoro, una neonata banca del tempo, il complesso parrocchiale con l’arredo di una grande fontana al centro della piazza, il laboratorio territoriale, che ha il compito di promuovere iniziative volte a favorire il coinvolgimento dei cittadini sui problemi legati al quartiere e alle sue prospettive di sviluppo.

È presente inoltre la biblioteca comunale di 800 mq con 13 mila volumi, accesso ad Internet e un nutrito catalogo di dvd e cd-rom musicali, tutti con sede in un Centro polivalente dedicato alla memoria di Nicoletta Campanella, sociologa e studiosa delle periferie romane, il centro scolastico comprendente una scuola materna con 60 posti, due elementari per un totale di 40 aule e una media con 24, la farmacia comunale, il complesso sportivo formato dalla piscina comunale e da una palestra con campi da calcio, un grande campo da rugby che dovrebbe ospitare anche alcune partite della nazionale, l’avvio della costruzione di un palazzetto dello sport, il consultorio pediatrico, l’apertura di un nuovo asilo nido, cinque grandi spazi verdi, alcune decine di locali destinati a negozi artigianali, altre strutture socio-ricreative e molti ambulatori.

Per il quarto piano e le sale condominiali è prevista una profonda ristrutturazione: alcune di queste, infatti, andranno alla Facoltà di Architettura della terza Università di Roma , che si troverebbe così inserita in uno degli spazi più discussi fra quelli realizzati dall’architettura italiana della seconda metà del Novecento. Corviale, ospitando le lezioni di urbanistica e progettazione, diventerebbe così una “città dello studio” frequentata da tanti giovani romani e non.

Nello stesso solco, si inserisce anche la proposta di creare un Museo d’arte contemporanea, in rapporto con la stessa Università, negli spazi comuni del quarto piano. L’orientamento complessivo di tutte queste iniziative è quello di fare di Corviale un centro di produzione culturale e un “luogo della contemporaneità” artistica e teatrale per ribaltare l’immagine stereotipata del quartiere.

Il centro polivalente, in particolare, copre una superficie di circa 5000 mq dislocati su due piani, e offre i servizi citati grazie a una gestione mista pubblico-privata, un intreccio fecondo che sottolinea l’originalità del centro e sottolinea quei caratteri di innovazione e partecipazione che devono caratterizzare l’azione degli Enti locali in questo settore. Le strutture private presenti nel centro e formate da un consorzio di cooperative hanno ricevuto il compito di realizzare servizi socio-culturali rivolti in particolare ai bambini, con una ludoteca e un baby-parking, e ai giovani con uno spazio rivolto soprattutto, ma non solo, alla musica e un punto di ristoro.

Nei giardini esterni al centro sono state organizzate durante i mesi estivi interessanti rassegne cinematografiche e musicali, a conferma della volontà dell’area di divenire uno spazio importante di coinvolgimento per l’intero Municipio. Il tutto sovradimensionato, dato che avrebbe dovuto servire anche il quartiere circostante di Corviale e altri 20 palazzi che sarebbero dovuti sorgere secondo il piano di zona per un totale di altri 1500 abitanti.

La Fondazione Olivetti e il Gruppo Osservatorio Nomade, da sempre impegnato in prima linea nel recupero delle zone suburbane della capitale, nel corso del 2004-2005 hanno promosso un progetto chiamato “Immaginare Corviale” che ha realizzato una vasta produzione culturale partecipata coinvolgendo l’intera città. L’intento, pienamente riuscito, ha dato vita ad una sinergia di gruppi artistici diversi (tra cui architetti, videomakers e musicisti) per il superamento della marginalità sociale di questo palazzo-quartiere e la sua riqualificazione urbana con un comandamento preciso: non distruggere, ma correggere quel che c’è già.

Il progetto prevedeva in particolare la realizzazione di laboratori tenuti da architetti, artisti e ricercatori, la produzione di un racconto filmato per documentare il lavoro degli stessi artisti sul territorio e la pubblicazione di un volume di corredo sull’intero progetto. Per tutta la durata dell’esperimento ha operato a Corviale il Laboratorio dell’Osservatorio Nomade, un gruppo di ricerca creativo e multidisciplinare nato su iniziativa del Laboratorio Stalker, che ha analizzato i diversi usi e le relazioni che gli abitanti hanno stabilito nel tempo con l’edificio.

Per un anno intero gli artisti visivi hanno “abitato” il monumentale complesso, evidenziandone limiti e aspetti oscuri, ma facendo emergere anche potenzialità nascoste e peculiarità interessanti. La domanda più ricorrente che gli abitanti hanno posto agli artisti presenti era quella di cambiare l’immagine stereotipata e negativa di questa costruzione. I risultati del progetto sono stati significativi e hanno dato modo agli abitanti di percepire in modo diverso il quartiere nel quale vivono e a coloro che vi entravano per la prima volta di superare i preconcetti legati all’edificio.

Tra le azioni più originali previste dal progetto si segnala la realizzazione di un plastico, un modello interattivo in scala sul quale sono stati registrati tutti gli avvenimenti successi nel tempo e i desideri degli abitanti del quartiere. L’opera resterà a memoria del progetto e viene presentata in diversi luoghi espositivi in Italia e all’estero. Da questa esperienza è nata Corviale Urban LAB, una Piazza delle Arti permanente che anima la vita dell’intero quartiere in piena sinergia con gli altri operatori culturali della zona.

Gli abitanti, insieme al Comune, per raccontarsi hanno inoltre realizzato una stazione televisiva locale chiamata “Corviale Network” andata in onda sul canale satellitare Roma Uno TV: otto puntate settimanali di quindici minuti trasmesse da ottobre a dicembre 2004 che hanno creato una forte reazione esterna.

Questa forma autogestita di comunicazione, che permette di comunicare all’esterno una nuova immagine di sé, è rimbalzata sui media nazionali e ha fatto sì che in pochi mesi si parlasse di Corviale come luogo di una vivace sperimentazione, catalizzando l’attenzione pubblica e modificando la rappresentazione della sua periferia. Sono state approvate di recente e in via definitiva le proposte vincitrici del bando chiamato “contratti di quartiere II”, emesso dal Ministero delle infrastrutture e coordinato dall’Assessorato alle periferie del Comune.

Per Corviale, il nuovo pacchetto di interventi comprende per un 40% opere di competenza del Comune e per il restante 60% interventi da parte dell’Ater (Azienda Territoriale per l’Edilizia Residenziale), erede del vecchio Iacp. Tra le operazioni programmate e che spettano all’Ater, subentrata nella gestione del palazzo all’Iacp, è prevista la realizzazione di 107 nuovi appartamenti per gli occupanti abusivi del quarto piano e cinque grandi sale destinate ad iniziative pubbliche, come la già citata sede universitaria decentrata. Tutto il recupero di questo tessuto urbano dovrebbe essere realizzato secondo moderni criteri di bioedilizia e bioarchitettura con l’utilizzo di pannelli solari.

Si prevede il recupero del parco di 14.000 mq in via Mazzacurati e dei suoi percorsi pedonali con l’accesso garantito per i diversamente abili e la realizzazione di un edificio di 400 mq ad un piano destinato a ludoteca per 45 bambini con sala lettura e due laboratori per l’animazione. Uno spazio urbano dovrebbe essere riservato al deposito materiali da riciclo del progetto “Re Mida” per la riduzione del consumo energetico garantita anche dall’utilizzo di pannelli solari che dovrebbero coprire il 50% del fabbisogno.

Lo scorso febbraio, inoltre, è stata presentata la nuova centrale termica che dovrà fornire il riscaldamento ai 1200 alloggi dell’Ater, rendendo Corviale autonomo anche dal punto di vista energetico. È prevista anche una profonda ristrutturazione dei locali commerciali di via dei Sampieri. Gli interventi di competenza del Comune, per i quali sono stati stanziati circa 5 milioni di euro, riguarderanno il rinnovo degli arredi del Centro polivalente “Nicoletta Campanella” e la realizzazione di un impianto sportivo al coperto per il pattinaggio.

Verrà inoltre riqualificata l’intera area adibita a verde pubblico in via Poggio Verde. Anche il parco pubblico di via dei Sampieri avrà una nuova veste, grazie alla ristrutturazione della pista ciclabile e dei giochi per bambini. Oggi si può perciò parlare di Corviale come periferia solo in senso geografico.

Studio

Roma: nuovo Corviale. Miti, utopie, valutazioni. Bulzoni, 1995.

Charles Le Corbusier

Nel suo scritto “Manière de penser l’Urbanisme” (1946), si ritrova l’intera teoria che sottende all’unità d’abitazione realizzata a Marsiglia, che inaugura nei primi anni del Novecento un nuovo rapporto tra l’uomo e la città e una complessa integrazione tra residenze e servizi come concezione di un nuovo modo del vivere urbano. Gli elementi fondamentali di questa unità urbana elementare sono evidenti nei materiali utilizzati, nelle geometrie cubiche astratte e razionali, nelle grandi superfici vetrate, nella totale assenza di elementi decorativi e nei tetti piani.

Si deve tuttavia precisare che per Romano De Simoni, uno degli architetti che hanno fatto parte del gruppo di progettisti, “richiamarsi per Corviale all’unità d’abitazione di Le Corbusier viene spontaneo più per la grandezza e il volume della costruzione, che per l’ideologia che esprime, in quanto Corviale non è soltanto una macchina per abitare, ma per abitare in un certo modo, non un incasellamento razionalizzato all’estremo come l’unità di Marsiglia, che non era destinata peraltro neanche allo stesso ceto sociale, e non mirava certo all’aggregazione tra gli abitanti, laddove invece il nostro sistema di collegamenti interni costituisce una forte spinta nel campo della socialità”.

Legge 167 del 1962

Disposizioni per favorire l’acquisizione di aree fabbricabili per l’edilizia economica e popolare. Il compito di assicurare la disponibilità di aree edificabili e la loro urbanizzazione, istituzionalmente riservato al Comune, trova una disciplina organica e funzionale con la formazione dei piani di zona previsti dalla legge 167.