Il controllo sociale
La periferia come modello del Panopticon secondo Bentham e Foucault
Il Panopticon è il luogo perfetto per l’osservazione e la correzione del diverso. Preso a modello di detenzione dal filosofo francese Paul Michel Foucault, che nel 1975 pubblica il saggio “Sorvegliare e punire: nascita della prigione”, il Panopticon è una struttura architettonica ad anello, dove al centro si trova una torre con grandi finestre: la costruzione periferica è divisa in celle, una per ogni detenuto, provviste di due finestre, una che dia sulla finestra della torre e l’altra verso l’esterno che permetta alla luce di attraversare la stanza.
Nella torre sta il sorvegliante; ogni detenuto è visto dal sorvegliante, ma i muri laterali gli impediscono di entrare in contatto con i compagni: il detenuto è visto ma non vede. Da ciò deriva la forza del Panopticon: indurre nel detenuto uno stato cosciente di visibilità che assicura il funzionamento del potere nelle moderne società occidentali, come una sorta di Grande Fratello orwelliano.
Corviale è assimilabile alla struttura del Panopticon di Bentham?
Alla base di costruzioni come il Corviale, o delle banlieues parigine, ci sarebbe proprio, secondo questa impostazione non condivisa unanimemente, il Panopticon di Bentham come paradigma di un’anti società-anti città resa tale dal controllo totale dello spazio sociale operato del potere che ha bisogno di creare spazi d’eccezione (nella periferia intesa come anti-città) in cui far convergere tutti gli elementi a rischio che potrebbero “contagiare” il resto della città, come una sorta di barriera, le cui regole di costruzione sono stabilite e dettate dal potere e da chi in generale decide sull’organizzazione e sul controllo degli spazi urbani, da chi vuole in definitiva una società disciplinata e una comunità pura.